Carciofi
Il carciofo è bello da far voglia
e il sapore è nascosto in ogni foglia
e se te lo vuoi proprio gustare
foglia per foglia lo devi succhiare
e… leccati i baffi ad ogni foglia
Il sapientone
A un sapientone che sapeva tutto
posero un problema che lo lasciò distrutto
doveva dire con estrema precisione
il numero esatto di tutte le persone.
L’insondabile mistero del nulla e del tutto
Per favore…
Vegetariano
Lana caprina
Era il tipo, insomma, che avrebbe voluto intrattenersi in modo esclusivamente teorico su problemi astratti, possibilmente irrilevanti, agli occhi dei più.
Per esempio: gli abitanti dell’emisfero boreale, se destrimani, peleranno le mele girando attorno al frutto nella direzione opposta ai destrimani dell’emisfero australe?
Gli orsi, durante il letargo sognano, o il sonno letargico li porta ad una inconsapevolezza maggiore di quella raggiunta durante il normale, breve sonno notturno estivo.
L’idea di chiedere direttamente ad un orso, non lo sfiorava neppure, ma non per le oggettive difficoltà di porre domande e ricevere chiare risposte. In ogni caso, avrebbe preferito elaborare una tesi fondata su ipotesi e deduzioni concatenate in un groviglio di enunciazioni e contro-deduzioni che nessuno avrebbe potuto seguire per più di qualche minuto, anche se ne avesse avuta la pazienza.
Con la sicura competenza in inglese, arabo e cinese, oltre che nella lingua madre, non era riuscito a trovare uno sbocco professionale adeguato e soltanto abbassando, un gradino alla volta, le sue pretese, aveva finalmente trovato un impiego stabile. Serviva le minestre calde, in piedi dietro al bancone di un confortevole self-service, battuto da turisti di ogni parte del mondo, accontentandosi di chiedere in più lingue e con molto garbo: “Gradisce il formaggio, signore?”.
Le ragioni teoriche che inducevano la numerosa ed eterogenea massa di clienti a propendere per il sì o per il no si erano rivelate così imprevedibili e complesse che continuavano, da anni, ad impegnarlo appassionatamente nell’elaborazione di una teoria esplicativa e, probabilmente, avrebbe potuto almanaccare per il resto della vita senza rischiare di trovare una banale risposta definitiva.
Habeat corpus.
Voglia di primavera
E’ bastata una breve tregua del freddo e del maltempo perché siano fioriti per le strade, con qualche cautela, i tavolini all’aperto, manifestando la voglia di primavera che ci prende alla fine di ogni inverno. I bicchieri luccicano invitanti, anche se le fiamme accese e i cappottini rivelano che la temperatura non è proprio mite. Il messaggio è: coraggio primavera: vieni, ti aspettiamo!
Personalmente preferisco ancora sedermi all’interno, anche se non posso fumare la pipa. Ad ogni modo, oggi, avevo un programma diverso. Dopo la solita sosta nella biblioteca della Sala Borsa, sono tornato con calma a Palazzo Fava in via Manzoni in un’ora morta di un giorno feriale qualsiasi. Infatti le sale erano semi-vuote, i custodi ai vari piani con cui mi sono intrattenuto, cordiali e gentili e… purtroppo, non posso tacere che quasi tutto il resto mi ha deluso.
Cominciamo col dire che non si può fotografare, whypicché? Negli altri edifici del Gruppo Genus Bononiae, gli splendidi San Giorgio in Poggiale e San Colombano si può benissimo, giustamente, come dimostrano le mie foto che puoi vedere cliccando sui due link precedenti.
L’aspetto più positivo è la qualità del restauro del palazzo: bello. Gli affreschi ed i preziosi soffitti del piano nobile sono bene restaurati e bene illuminati, mentre i numerosi dipinti di scuola bolognese delle collezione Carisbo (la Cassa di risparmio di Bologna) sono quasi al buio e quasi illeggibili, come se non meritassero uno straccio d’illuminazione per loro. Incomprensibile.
Ancora peggiore, forse, è le qualità delle foto a colori contemporanee che affiancano, ripetendone il soggetto, le belle foto storiche in bianco e nero di Bologna durante la prima metà del secolo. Per un vecchio bolognese, come me, le foto storiche sono quanto meno interessanti se non addirittura belle, in qualche caso. Per quale perversa ragione abbiano affiancato a questi cimeli fotografici pessime foto a colori contemporanee, brutte o, in taluni casi, inguardabili è un mistero. C’è una foto buia dell’inizio di Strada maggiore che neppure il turista più frettoloso avrebbe mai stampato, scartandola subito come foto mal riuscita.
Sono uscito dalla mostra costernato.
Ho scattato la foto il 13 febbraio 2011 in via Clavature, nel quadrilatero romano di Bologna