Con un sapore amaro ma delicato
Sei stata la mia risorsa da malato
La sola che gradivo e desideravo
Mentre tutto il resto respingevo e rifiutavo
Della tua presenza ti sono molto grato
In ospedale
All’infinito lasciano suonare
I petulanti allarmi da ospedale
Da cavità remote giunge un vociare
Suoni inarticolati quasi un abbaiare
Mentre una voce umana si vorrebbe ascoltare