“Sono erede di un considerevole patrimonio in Nigeria e ho bisogno dell’aiuto di un gentiluomo, quale Lei è, che mi aiuti a tornarne in legittimo possesso, dietro cospicuo compenso…” Questo, in estrema sintesi, il succo di messaggi circostanziati, ben scritti in lingua inglese e lunghi trenta o quaranta righe che non variavano nella sostanza della richiesta, ma si coloravano di particolari diversi riguardo ai luoghi, alle circostanze, alle persone.
In quelli che arrivavano nella mia mailbox, una volta la preghiera proveniva dalla vedova di un alto dignitario africano, altre volte da un parente che tutelava un’orfana ricchissima nigeriana sfuggita alle persecuzioni in patria o altro ancora, ma quello che non cambiava mai era la strabiliante entità della somma promessa come compenso.
Dopo le prime e-mail del 1997 o 98 che lessi ai colleghi di allora per condividere l’ingegnosità e la novità della truffa, me ne sono arrivate tante altre di cui mi basta leggere l’intestazione per decidere di buttarle, insiema con quelle dei veditori di Viagra, di ville in California o di software a prezzi stracciati.
Proprio per questa natura trasparente di truffa, mi ha sorpreso leggere oggi sulle news di ZDnet britannica che i figli di un celeberrimo psichiatra americano, ora ottantanovenne, ma tuttora attivo all’Università di California, gli hanno intentato una causa d’interdizione per avere sperperato più di un milione di dollari in questo tipo di truffa postale, chiamata in America email scam.
Conosco molto bene, ahimè, lo spam: la pubblicità indesiderata via email che affligge tutti noi, ma non conoscevo il neologismo “scam”, assente anche sui dizionari inglesi più aggiornati, così, Google alla mano, ho cercato d’informarmi e ho scoperto che, a dispetto della mia ignoranza, descrive un fenomeno ormai diffuso e documentato che si è diffuso anche in altre forme.
Esistono gruppi di discussione sullo scam e, con il medesimo scopo di difesa, c’è un intero sito dedicato all’argomento, ben fatto ed aggiornato ( http://www.stop-scammers.com/ ). Inizizialmente, mi ha sorpreso il leggere che la variante di scam più diffusa oggi è opera di giovani donne di bell’aspetto -sempre che la foto che esibiscono sia autentica- che cercano e offrono compagnia via email. Il sito scheda le scammer che vengono scoperte ed elenca gli scenari su cui si muovono con maggiore o minore abilità, finezza e perseveranza.
Queste truffatrici postali, una volta preso il pesce all’amo, lo allettano e blandiscono con email sempre più frequenti, personali e coinvolgenti con lo scopo finale di farsi mandare del denaro; ottenutolo spariscono nel nulla.
Stabilita una sufficiente confidenza e intimità, le scammer chiedono il denaro, ad esempio, inventandosi una malattia, personale o di un figlio o di un anziano genitore, che richiede un’operazione chirurgica o costose medicine, introvabili nel loro paese.
Un’altenativa alla malattia è il viaggio per incontrare il loro caro corrispondente postale, ormai ansioso di conoscere di persona la bella interlocutrice lontana: una bella giovanottina bionda russa o ucraina o, perfino una tipica nigeriana (pelle chiara, capelli lisci, occhi leggermente a mandorla).
In questo caso, il denaro viene richiesto per i biglietti e le pratiche burocratiche di espatrio, l’ottenimento del visto ecc.
La terza variante più diffusa è la richiesta di rimborsi per le spese di noleggio del computer in un cyber cafe o simili, per la traduzione delle email dall’inglese al russo e viceversa ecc.
Anche in questi casi di truffa erotico-sentimentale lo scenario varia, come abbiamo visto, ma c’è una costante: appena ricevuto il denaro, la bella affettuosina svanisce nel nulla.
A ben vedere, la faccenda non stupisce più di tanto: l’avidità di denaro nel primo caso, il rincoglionimento erotico-sentimentale nel secondo, rappresentano le due debolezze principali, il terreno su cui i truffatori hanno costruito le loro trappole, da che mondo e mondo. Di nuovo, c’è soltanto lo strumento: l’email
La credulità truffabile ha un giro d’affari molto maggiore di quanto si possa pensare; secondo stime ritenute attendibili, in Italia verrebbero “devolute volontariamente” alle fattucchiere, maghe, negromanti, chiromanti, suggeritrici di numeri al lotto e simili attorno ai sei miliardi di euro all’anno, circa quanto alla chiesa cattolica con l’otto per mille dell’IRPEF.
Niente di strano, dunque, che il mercato truffaldino, un tempo florido nello spaccio di reliquie, come ci racconta Boccaccio (chi non ricorda la penna miracolosa dell’agnolo Gabriello), abbia in tempi più recenti affiancato agli amuleti, sempre vivi e intramontabili, fin dai tempi dei più antichi sciamani, la truffa televisiva ed infine, la posta elettronica.
Sarebbe stato triste vedere l’email disdegnata e discriminata dal popolo degli imbroglioni, da sempre numeroso, intraprendente, ricco d’inventiva e aperto al nuovo che avanza.
Stupisce di più che si sia fatto spillare un milione di dollari un celeberrimo psichiatra, seppure attempato, che delle debolezze dell’umana psiche dovrebbe essere esperto.
All’assalto, dunque, scammer del cyberspazio, siete arrivate ultime a contendere l’osso a orde agguerrite che, in cambio di oro, hanno spacciato per secoli sterco di toro, indici destri di santi venerabili mai vissuti, pozioni miracolose dal sapore emetico, sacre statuette piangenti sangue, combinazioni di numeri vincenti ed altro ancora.
Non temete: d’ingenui da mungere ce n’è abbastanza per tutti a questo mondo e la loro stirpe non si estinguerà mai, fatevi sotto sanza tema veruna e che i lari del WEB vi proteggano.