Bici bomba nel campus

5
(1)

bici bombaUn adesivo con la scritta “questa bici è una bomba” (This byke is a pipe bomb) appiccicato al telaio di una comune bicicletta, legata vicino ad un ristorantino nei pressi del campus dell’Università dell’Ohio (USA) ha scatenato la paura di un attentato ed il conseguente sgombero di quattro isolati nei dintorni.

Dopo cautelose e agguerritissime manovre degli artificieri, giunti in forze con attrezzature esagerate per rimuovere la bicicletta e farla successivamente a pezzi, si è scoperto che era la normale bici di uno sfortunato studente, appassionato del complessino punk-rock “This byke is a pipe bomb” che, nel suo candore, aveva appiccicato lo sticker pubblicitario dell’ignoto gruppetto di musicisti, dimenticando di essere nel paese con i nervi più scoperti del WEST (è il caso di dirlo) sull’argomento terrorismo, specie quello finto e plateale. Come sappiamo l'”intelligence” vacilla, mentre la “stupidity” imperversa, nunc et semper.

Questa storiella vera, successa lo scorso giovedì e riportata dalla CNN, mi ha fatto ricordare le raccomandazioni degli amici in occasione del primo viaggio negli Stati Uniti: “Quando ti daranno un questionario con domande assurde a cui rispondere per ottenere lo sbarco, non fare lo spiritoso. Fa finta che sia una cosa seria e alla domanda se sei un malintenzionato in vena di bombardare gli USA, rispondi rigorosamente NO, altrimenti corri il rischio che ti arrestino.”, ed è vero.

Ancora oggi, dopo che abbiamo tutti visto che, all’occasione, militari americani, maschi e femmine, si lasciano andare con gusto alla loro brave torture di prigionieri irakeni (con foto ricordo) per estorcerne la verità, conservano la tendenza a prendere per vere le affermazioni “sospette” più ingenue e scoperte che, da noi nessuno “fumerebbe”.

British Museum LibraryDev’essere un gene anglosassone esportato oltre Atalantico in forma degradata, perché ricordo un episodio simile capitatomi a Londra durante un periodo caldo di attentati dell’ I.R.A, all’inizio degli anni ’70, quando un guardiano in livrea chiese a mia moglie se aveva una bomba nella borsetta, mentre ci accingevamo ad entrare al British Museum. Lei mi guardò interrogativa, dubitando di non aver capito. Io che ero “più inglese” di lei, per aver trascorso parecchio tempo studiando nella British Museum Library, ai bei tempi in cui le splendide postazioni in cuoio blu sotto la cupola erano aperte a studenti accreditati, le dissi: “Digli di NO”, così potemmo entrare senza ulteriori ostacoli.

Arrivati al centro dell’atrio, dovetti spiegarle che quella del gallonato guardiano non era stato una battuta umoristica vera e propria: “per sicurezza” chiedevano a tutti i visitatori che avevano una borsa grandina se conteneva una bomba e, normalmente, si accontentavano di un no per lasciarli entrare, con quella compiaciuta propensione alla bizzaria, candida e contemporaneamente autoironica, di cui fu maestro Laurence Sterne nel “Tristram Shandy“.

Altri tempi.


Riferimenti:
http://cnn.netscape.cnn.com/news/story.jsp?idq=/ff/story/0001/20060302/2217496630.htm&sc=1120
British Museum Library
http://www.gifu-u.ac.jp/~masaru/Sterne_on_the_Net.html
http://www.gutenberg.org/etext/1079


Valuta questo testo

Risultato

Non ci sono ancora valutazioni