La distinzione fra il bene e il male
Fine pena mai
… non c’è nessuno che mi dia il cambio?
San Photoshop
Chi ha lavorato in camera oscura
Con le bacinelle in cui nasce la figura
Non può che provare stupore e ammirazione
Per i programmi di foto-elaborazione
Che trasformano in realtà l’immaginazione
Fare il pieno
Voleva fare il pieno di energia
Ricaricarsi come una batteria
Esagerando a pranzo e a colazione
Diventò un inguardabile panzone
Un ippopotamo affacciato ad un balcone
Cavaliere medievale
Dentro una corazza di acciaio forgiato
Avanzava a cavallo come un carro armato
Gli bastava un po’ d’acqua e un sacco di biada
Per sentirsi padrone di tutta la strada
Finché dentro un fiume finì annegato
Timeo danaos
- Timeo danaos et dona ferentes
- E chi sarebbero questi greci portatori di doni?
- Quelli che ti telefonano svegliandoti per offrirti un contratto imperdibile
- Sono una piaga del secolo, però pensandoci non mi hanno mai chiamato all’alba
- Per me l’alba è mezzogiorno
- Ah, capisco. Hai una tua ora legale personale, piuttosto abbondante.
- Sì, mi si è spostato in avanti il ritmo circadiano, ma non ho ancora trovato le lancette per rimetterlo a posto.
- Hai ancora in funzione l’orologio a pendolo di tuo nonno?
- Sì, certo, sempre carico e in punto. Non l’hai visto quando vieni a trovarmi? E’ sempre al suo posto da cinquant’anni.
- Non ci faccio più caso. Hai notato anche tu che gli arredi diventano trasparenti se hanno la grazia di rimanere al proprio posto.
- Certo, alcuni quadri non li vedevo più da tempo fin quando con il terremoto sono finiti tutti storti.
- …e i libri per terra. Nel rimetterli a posto ho ritrovato vecchie letture che avevo completamente dimenticato.
- Adesso che ho molto più tempo per leggere e, da tre o quattro anni, leggo solo sul telefonino o sul tablet, faccio fuori un libro ogni due o tre settimane e me li scordo appena finiti, salvo eccezioni che lasciano il segno.
- Adesso cosa stai leggendo?
- Grandi speranze dell’amatissimo Dickens e l’Historia Langobardorum di Paolo diacono.
- Insieme?
- Si, non mi dispiace leggerne due alla volta se sono molto diversi fra loro.
- Come quando eravamo a scuola che leggevamo mezz’ora di storia medievale, poi per un’ora ci accapigliavamo con i versi dell’Elettra di Sofocle in greco, poi passavamo a Botticelli.
- Mannaggia l’Elettra. Ero rimasto indietro e mi toccò di sciropparmela tutta in una notte insonne perché sarei stato interrogato la mattina dopo. Fu in quell’occasione che scoprii che il caffè non mi faceva nessun effetto. Per me era come acqua calda.
- Un mio amico se beve un caffè, uno normale da bar, resta agitato tutto il giorno.
- Buongiorno signorina… Tu adesso cosa prendi, di’ a questa ragazza gentile cosa vuoi che ti porti. Per me il solito cappuccino senza schiuma, per favore.
Intelligenza artificiale
- Sapendo come la pensi, non te lo chiedo neanche.
- …e come la penso?
- Ormai non lo so più neanche io che ti conosco da quando andavamo a scuola e portavamo le braghe corte di flanella grigia.
- Be’ da allora credo di essere cambiato un po’. Adesso porto le braghe lunghe.
- E fai anche bene. Con le braghe corte saresti ridicolo.
- E allora? Fammi sta domanda.
- Ma tu ci credi nell’entropia e che stiamo andando in malora inesorabilmente?
- Ci credo, ci credo, ma c’è tempo, però: qualche miliardo di anni, minuto più, minuto meno. Insomma, non è che sia proprio quello a preoccuparmi di più al mondo… ma la vera domanda che mi volevi fare, invece, qual è?
- Hai ragione. Volevo chiederti se c’è da preoccuparsi della crescita dell’intelligenza artificiale. Finiremo nelle mani di robot intelligentissimi che faranno scelte a loro convenienti in barba alle esigenze di noi vecchi umani, come nei libri di fantascienza?
- Con una battuta potrei risponderti che mi preoccupa molto di più la decrescita dell’intelligenza naturale. Siamo in mano a della gente che sembra stupida, oltreché incompetente e ignorante. Nelle istituzioni sembra che si possa accedere solo attraverso una selezione a rovescio.
- Questo è il malinconico presente. Sono d’accordo con te. Trascurando la scuola, lo studio, la ricerca stiamo lasciando venire a galla la schiuma nelle strutture governative in balia di pochi paperoni che governano il mondo in barba agli stati e alle loro istituzioni, svuotate di vero potere decisionale.
- Hai detto tutto tu. In questa situazione, le sorti future si giocano invertendo la tendenza. Ci vuole più istruzione, Bisogna investire molti soldi nella scuola, dall’asilo all’università.
Intendo dire che bisogna potenziare le strutture, aumentare il numero degli insegnanti strapagandoli, dopo averli selezionati molto severamente. Questo fior di corpo docente dovrà essere libero di agire in strutture belle e ben attrezzate. Non ci sono scorciatoie, solo in questo modo potremo allevare nuove generazioni più preparate, meno avide e più educate che, con l’esperienza, potranno avviarsi a costituire una classe dirigente degna di questo nome… - … e questi bravi ragazzi sapranno anche servirsi utilmente dell’intelligenza artificiale senza quell’avidità di potere monopolistico che ci sta schiavizzando.
- “Il mondo è bello e santo è l’avvenir” diceva mio padre citando Carducci, ironicamente, mi è sempre sembrato.
- E tu?
- Mio padre sapeva il fatto suo, non ho motivo per dissentire da lui..
Su misura
Taglia e cuci cuci e taglia
Solo stoffa niente maglia
Per un vestito a regola d’arte
Affidati solo a brave sarte
Rispettose della tua taglia
Ad maiora
Non gli restava che andare a Patrasso
Dopo essersi giocato l’ultimo asso
Gli avanzava solo qualche scartino
Per arrivare vivo al seguente mattino
La sua vita era una sfida al destino
Il populista
Sempre saltando di palo in frasca
Avanzava navigando a vista
Senza temere le contraddizioni
Sparava slogan e affermazioni
Ignorando critiche e obiezioni
Bionda era bella…
…e di gentile aspetto
ho scattato questa foto in una tavola calda di un centro commerciale bolognese il 15 maggio 2013
“Biondo era bello e di gentile aspetto”
Dante (purgatorio canto III, v. 103)