Con un piccolo megafono spentoArringava senz’alcun sentimentoUno sparuto capannello di genteDistratta apatica indifferentePiù che patetico era deprimente
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La lista
Fece una lista di tutte le cose da fareLe più importanti da non dimenticarePoi fece un elenco di quelle da scordareTutte quelle di cui si voleva liberareInclusa la lista delle cose da fare
A distanza
Hanno aperto una scuola specialeTanto speciale che non si può entrarePer frequentarla si sta in una stanzaUna stanza qualsiasi purché a distanzaPer sicurezza è proibito imparare
Replicanti
In un mondo di intelligenze artificialiTanto vere da sembrare irrealiCercava di apparire come uno di loroUna voce ben intonata in mezzo al coroMa un solo starnuto disvelò il suo dolo
In giardino
Seduta guardava fisso l’albicocco in giardinoCome fosse una persona un amico un vicinoNon le sentivo pronunciare parolaMa ero certo che non si sentiva solaLo ascoltava in silenzio come fosse un bambino
I ricordi
I suoi ricordi più vividi e intensiA poco a poco si erano spentiOrmai erano sbiadite foto a coloriCorrose dall’impietosa luce del soleSolo lampi isolati muti frammenti
Nome immortale
Alla sua bella bambina appena nataVoleva dare un nome di lunga durataNon il nome di una donna mortaleMa di un’idea o di un fiore o di un bell’animaleMargherita prevalse su Colomba o Fortunata
L’archivio
Cercò nell’archivio delle ultime paroleSoltanto quelle pronunciate da soleC’erano molti insulti o minacce volgariParole irripetibili assenti dai dizionari Ma fra tutte ADDIO svettava senza pari
Il suono delle risate
Ho perso il suono delle risateL’ultima volta è stato d’estateEravamo tutti insieme in giardinoDopo aver preso il caffè del mattinoE ci aspettavamo ancora belle giornate
Al risveglio
Al risveglio gli dava conforto borbottareIn un limbo innocente fra tacere e parlareAnche canticchiare poteva servirePer smettere dolcemente di dormireE svegliarsi del tutto per cominciare
Nello specchio
Nello specchio si era messa a cercareUna faccia che voleva ritrovareNon sapeva dove l’aveva lasciataForse qualcuno l’aveva già trovataMa non sapeva a chi domandare
Nodi
Nell’accarezzare i nodi della scrivaniaFu percorso da un brivido di nostalgiaLa ricordava mentre li sfiorava con la manoE i suoi occhi si perdevano lontanoSull’onda di una inconfessata fantasia