Cercò nell’archivio delle ultime paroleSoltanto quelle pronunciate da soleC’erano molti insulti o minacce volgariParole irripetibili assenti dai dizionari Ma fra tutte ADDIO svettava senza pari
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Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος*
Dopo una vita passata ad insegnareAveva ancora la passione di raccontareDelle parole la vera affascinante storiaLe oscure origini l’affermazione la gloriaSorprendenti per chi lo stava ad ascoltare *In principio era la parola
Dulcis in fundo
Appena sveglio mi ero proposto di strologare Uno scioglilingua difficile da pronunciare Parole composte da una sfilza di ruvide sillabe bislacche Ostrogote e infarcite di consonanti come minacce polacche Ma pane e miele nel latte mi hanno costretto a rinunciare
La poesia
C’è chi pensa che la poesiaSia una specie di magiaChe mettendo in pentola parole normaliNe ricava manicaretti specialiMa nessuno sa davvero cosa sia
I quaderni
Bianchi a righe o a quadretti I quaderni sono umili oggetti Zeppi di numeri e parole Destinati a svanire come neve al sole All’ultima campanella delle scuole
Calma piatta
Sui suoi desideri non aveva chiarezzaFluttuavano nel limbo dell’incertezzaPensieri confusi non ancora paroleFantasmi in un ombra priva di soleVele sgonfie in attesa di brezza