Il ventaglio
Il ventaglio è uno strumento arcano
Per sventagliarsi tenendolo in mano
Le grandi dame di un remoto passato
Ne facevano un uso molto sofisticato
Per lanciare messaggi in modo criptato
L’intruso
In un vassoio di caramelle
Di vari colori ma tutte belle
Era finito un gianduiotto dorato
Altrettanto bello ma non colorato
Che per questa ragione non fu mai accettato
Il ciclamino
Non mi sembra che ci sia niente di male
Se i ciclamini non hanno un’aria marziale
Come le rose sono anche un colore
E non è poco per un timido fiore
Che non ambisce suscitare stupore
Il menu
Al ristorante c’è chi sa cosa mangiare
Altri invece che ci devono pensare
A costoro occorre un menu da consultare
Molte portate da valutare e soppesare
E alle spalle un cameriere da torturare
Medicine
Ogni giorno prendo sei medicine
Grandi piccole bianche o gialline
Alcune dolci altre molto amare
Ma cosa vuoi che possano curare
La vecchiaia è un brutto affare
Trampolieri
Volendo essere del tutto sinceri
Non ho simpatia per i trampolieri
Quel corpo sospeso al terzo piano
Il collo lunghissimo e un becco strano
Al grande artefice son sfuggiti di mano
La conversione
Era di quelli che abbottonavano ogni bottone
Dal primo all’ultimo senza alcuna esclusione
Per ottenere una tenuta più sicura
Alle bretelle aveva aggiunto la cintura
Finché fulminato da conversione passò a tuta e maglione
Moto perpetuo
In un mondo perfetto senza attrito
Il moto perpetuo sarebbe consentito
Invece per ogni passo o pedalata
Un mucchio di energia va sprecata
Ma l’immobilità è la soluzione sbagliata
Marco Antonio Zimara (1460 – 1523) dichiarò di aver inventato un mulino in grado di funzionare senza alcuna fonte di energia esterna
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