Mentre ero in fila fuori dalla farmacia Proprio quella sotto casa mia È arrivata una mia antica amante Che tenendosi molto distante Mi guardava con affettuosa nostalgia
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Cogito ergo sum
Difficile definire cos’è la coscienza Su questo è controversa perfino la scienza Finora è assente nelle intelligenze artificiali Benché siano capaci di prestazioni micidiali Ma il futuro riserva loro sviluppi colossali
Dulcis in fundo
Appena sveglio mi ero proposto di strologare Uno scioglilingua difficile da pronunciare Parole composte da una sfilza di ruvide sillabe bislacche Ostrogote e infarcite di consonanti come minacce polacche Ma pane e miele nel latte mi hanno costretto a rinunciare
Tagliare la corda
Tagliare la corda come strategiaNon è la più dignitosa che ci siaMa il coraggio non lo puoi comprareSe non ce l’hai non c’è niente da fareMa ci vuole talento anche per scappare
C’è tempo?
Non so se il tempo ci sia veramenteO sia solo una fantasia della gente Nessuno l’ha mai fotografato o vedutoMolti si lamentano di averlo perduto Ma dove sia non l’ho mai saputo
Inappetente
Nel frigo due fette di prosciutto rinsecchitoMezzo cartone di latte ammuffitoNella dispensa non c’era più nienteUn vuoto assoluto deprimentePer fortuna non aveva appetito
Pavofonino
Avevo un telefonino così vanitoso Che si fotografava come un divo famoso Narciso alla fonte era un bimbo modesto Paragonato al piccolo aggeggio funesto Un vero pavone tronfio e molesto
Funesto presagio
All’improvviso il cielo divenne brunoUn colore mai visto da nessunoUn inequivocabile funesto presagioDi un imminente generale disagioChe avrebbe colpito tutti e ciascuno
Il cuoco
Non era certo un raffinato assaggiatoreNé tantomeno un cuoco di valoreCucinava solo piatti tradizionaliNel rispetto dei costumi regionaliPiatti semplici gustosi normali
Proporzione
Di fronte ad una gigantesca catastrofe naturale Ci sentiamo come una foglia durante un temporale Una insignificante minuscola parte della natura Un marginale elemento di una complessa architettura Effimero accidente nell’insondabile armonia generale
Se lo saprei te lo direi
Aveva un debole per il condizionale Le piaceva come le palle di Natale Diffidava invece del congiuntivo Che riteneva subdolo e impegnativo Usava i modi con piglio soggettivo
La signora
Era proprio esattamente una di quelle Che buttano la cartina vuota fra le caramelle Si lasciava dietro una bava di rifiuti Di ogni genere e tipo eccetto gli sputi E postulava la presenza di servi e altri aiuti