Canta che ti passa è un’antica scemenza Che si sforzano di convertire in scienza Cantando a squarciagola contro la malattia Che riempie tutte le case e svuota la via Forse le stonature la faranno scappar via
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Vista mare
Non disponendo di un verde giardino E neppure di uno striminzito balconcinoArrampicandosi sulla ripida scala a pioli Andò sul tetto in costume a prendere il sole Aprì un libro giallo e spense il telefonino
La maga
Gli disse Prima o poi ci ricascherai Su queste cose non mi sbaglio mai Con questo allegro vaticinio in testa Non fu più in grado di godersi una festa Finché un accidente secco lo tolse dai guai
Il paradosso
Mi ero ritrovato fra capo e collo un paradosso Che mi aveva lasciato più interdetto che scosso Per ritrovare la calma e l’equilibrio mentale Ho aperto a caso le pagine di un giornale Certo di trovarvi un discorso scontato e banale
L’albatros
L’albatros come il cormoranoÈ un uccello marino nostranoSenza mai smettere di volareAttraversa in lungo e in largo il mareE si tuffa soltanto per pescare
Decision maker
Partito per non più ritornareAl primo incrocio si dovette fermareNon aveva le idee ben chiareDove esattamente volesse andareCosì tornò indietro per poterci pensare
La meseta
La prima volta che l’abbiamo attraversataLa meseta era rovente deserta e desolataLa caretera dissestata vuota fino all’orizzonteQualche somarello si abbeverava a una fonteIn giro macilenti levrieri dall’aria affamata
Delfini
Bombardato da una gragnuola di notizie ferali Sparate a raffica da notiziari e giornali Ripensavo ai tuffi nei caldi mari cristallini Dal catamarano inseguito da giocosi delfini E al profumo notturno di esotici giardini
Kamikaze
Dopo aver brindato con un bicchierino S’imbarcarono sorridenti verso il destino Sapendo con certezza che la loro sorte Altro non era che un’eroica morte La fine obbligata di un troppo breve cammino
Strapieno
Quando riapriranno i caffè e i ristoranti E ad affollarli saremo ancora in tanti Ricorderemo i lunghi mesi di quarantena La loro mestizia la malinconia e la pena Per ricominciare una vita più serena
Le belle mascherine
Mi piacevano di più le mascherine di carnevale Di quelle bianche che ti mettono in ospedale Non è solo una questione di forme e colori Sopporterei la mancanza di allegria e i doloriSe fossi sicuro alla fine di saltarne fuori
Videoconferenza
Stare da soli ma in compagnia Sembra un’impossibile anomaliaMa al giorno d’oggi si può fare Con INTERNET ci si può collegare Ad amici e parenti anche oltre mare