Dall’inconsumabile mare d’estate Meta di lunghe solitarie nuotate Vestito di prosaici abiti cittadini Fuggo d’inverno fra i fumosi camini In attesa del ritorno di un’altra estate
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La polena
Sto bene ma una sola richiesta vorrei fare Che mi spostino davanti a una finestra vista-mare Da quando il mio bastimento con tutto il fasciame È stato demolito è ridotto a volgare legname Sento nostalgia delle onde e del vento del mare Post ispirato al libro “Polene” di Claudio MagrisLa nave di Teseo – 2019
Cunctatores
Al momento non sapendo bene cosa fare Decisero che era meglio temporeggiare Antica arte utilizzata dai romani Tramandata agli odierni cristiani Che la impiegano sempre nel governare
Coronavirus
Se fossi un virus con la corona in testa Volerei fino in Cina per fare una gran festa Poi me ne andrei in giro per il mondo Per vedere se è proprio tutto tondo E finalmente mi addormenterei sul fondo
Quarantena
Saltellare spensierati verso il futuro Come diceva sempre un giovane canguro E’ meglio che starsene soli in quarantena Aspettando che vengano a dirti una novena Dopo averti vestito con l’abito scuro
Vespaio
Si era infilato in un vespaio di congetture Anche quelle più inestricabili e oscure Rischiando di piombare in una ossessione In cui svaniva l’ultimo barlume di ragioneIl risveglio improvviso fu la sua liberazione
Aere perennius
Usava rotoli di carta igienica rotondi Per appuntarvi i suoi pensieri più profondi Riteneva il materiale più che adeguato Per raccogliervi il suo pensiero pensato Senza infestare con esso i vasti mondi Exegi monumentum aere perennius. (Orazio, Odi, III, 30, 1)
Verinais
Very nice era l’espressioneChe usava in ogni occasioneGestiva una tranquilla trattoriaFrequentata da gente purchessiaOrmai VERINAIS era il suo nome
L’anfitrione
Per superare come anfitrioneLo stesso mitico TrimalciomeImbandì un’enorme zuppieraContenente due bambini di ceraCon un oltraggioso cannibalismo di maniera
Quanto basta
Si dice che quanto basta E’ la misura giusta Difficile è determinare Il quid da somministrare Per evitare di esagerare
Mosaici
In strada triangoli quadrati frammenti Di pietra dai colori smorti e inappetentiPreferirei mosaici dai vivaci colori Da calpestare in casa e anche fuori Anche se non alleviano pene e dolori
ParapendIcaro
Mentre volavo ordinatamente nel mio stormo Una corrente improvvisa da mezzogiorno Mi risucchiò fuori rotta in alto cielo Fulminato dal sole intirizzito dal gelo Sempre più in alto senza speranza di ritorno