La sua particolare superstizione nascevaPių dall’intelligenza che lo distinguevaChe dall’ignoranza comune ai marinaiChe a prodigi e credenze attribuiscono i guaiL’oceanica solitudine alla superstizione lo spingeva
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Bambole
Amava le bambole da buon marinaioMa ne possedeva soltanto un paioNe aveva comprate tante dove sbarcavaMa al ritorno le regalava a chi amavaA quelle due soltanto non rinunciava
Panurge
Mentre pantagrueliche ribalderie rifilavaAlla dama che intemerata lo ascoltavaCon destrezza e un coltello affilatoLe rubò la borsa e il suo contenutoFingendo di esserne innamorato
La faccia
Aveva la faccia come parlavaNel suo dialetto si rispecchiavaAspetto e parole battevano pariCome nuotano i pesci nei loro mariSincero e autentico non si atteggiava
Come una tartaruga
Come una tartaruga spiaggiataFini gambe all’aria sconquassataTutto intorno vedeva solo un nienteUn vuoto totale nello stomaco e nella mentePoi piano piano ritornò la solita deficiente
Il bouquiniste
Per quella stradina molta gente passavaMa quasi nessuno la notava ed entravaEra una piccola libreria di libri usatiMolto letti sfogliati sottolineati e annotatiPoi dimenticati abbandonati ed infine rinati
Novax
Eminenti studiosi di ogni paeseConcordi e senza badare a speseStudiarono un vaccino contro l’ignoranzaPer dissiparla in ogni luogo e circostanzaMa il compito si rivelò senza speranza
Antimateria
Senza volere come capita spessoTrovarono il vuoto più denso che spessoChe cosa mai fosse che lo riempivaPromisero un premio a chi lo scoprivaNon era materia ma sembrava viva
Accademia
All’Accademia scopertamente indirizzatoEra un libro molto sapiente ed informatoCon un apparato di note e citazioni smisuratoA scanso di ogni brutta sgradita sorpresaPer leggerlo indossavo la toga doverosa
Missing
Sul sentiero della verità arrancavaCon cauti lenti passi arrampicavaNascosta sotto i sassi la cercavaMa più scavava meno la trovavaSe pur c’era nascosta non si rivelava
Novantesimo minuto
Davanti al televisore erano tutti fermi a guardareNon volava una mosca anche lei era ferma a sbirciareDavanti allo schermo la concentrazione era totalePerfino il cane sembrava inchiodato povero animalePoi sarebbe esplosa una sfrenata baraonda infernale
Il faccendiere
Un genio non era con la sua aria da faccendiereFaticava a fare un cerchio anche col bicchiereMa per gli intrallazzi le calunnie e le spiateAveva le orecchie e la bocca superattrezzateTracciava a mano libera le infamie più spietate