La lungimiranza è un grave difettoIn questo mondo ottusamente perfettoViene punita con severo accanimentoPercepita come un malaugurante portentoPericolo mortale per ogni buon sentimento
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Apolide
Apolide non per nascita ma per vocazioneNon si sentiva membro di alcuna nazioneDiceva di essere un cittadino del mondoE lo viveva come un sentimento profondoLa parità universale era la sua predilezione
La libertà
La libertà è avviarsi da soli nel desertoRinunciare ai ripari avanzare allo scopertoNiente di romantico da idealizzarePazienza fatica senza nulla trascurareMa una volta raggiunta non ci si può rinunciare
L’adolescenza
L’adolescenza è una terra di nessunoDevastata dalla incomprensione di ciascunoFigli e genitori perdono i legami profondiE cominciano a vivere in due diversi mondiMa con la maturità ridiventeranno solo uno
Il superstite
Domandavo al vecchio dinosauro di passaggioCosa era successo in quel mese di maggioMi parlò di un improvvisa onda giganteChe sommerse e travolse animali e pianteQuasi niente era sopravvissuto al suo passaggio
L’universo
L’universo è violento ostile stranoNon certo pensato per un umanoIn cielo non ci sono Campi ElisiNon consolante pace niente paradisiNessun altro vivente a portata di mano
Il testimone
Bisognerebbe lavare il vento e ripulire il cieloPer cancellare un così orrendo sfaceloA questo pensava stravolto e costernatoDopo aver assistito all’orrendo reatoSull’altare a morte lo avevan pugnalato
Sindrome della capanna
Affetto da una grave sindrome della capannaSi preparava in casa la cioccolata con la pannaCome la peste schivava caffè bar e ristorantiDa lontano guardava con sospetto i rari passantiIndossava la mascherina anche a far la nanna
Il burocrate
Nell’arte di posporre sospendere e rinviareOrmai non aveva più nulla da imparareDal suo ufficio non usciva documentoPrima di un congruo sostanzioso invecchiamentoPer far carriera non c’era altro da fare
Lo sai che i papaveri
Lo sai che i papaveri son alti alti altiCantato con passione da tenori e contraltiImparato a memoria da vecchi e bambiniPatrimonio comune di scienziati e contadiniE’ diffuso e amato ovunque oltre i confini
Il caro collega
Della prolissità faceva professioneIn ogni luogo e in ogni situazioneMa il suo talento era la banalitàQuella era la sua vera specialitàChe lo classificava fra le calamità
Il musicofilo
Abbonato ad un palco del teatro comunalePer assiduità di presenze non aveva l’ugualeDurante l’intervallo s’intratteneva amabilmenteCon ogni musicofilo purché fosse presenteLa musica era un pretesto per incontrare gente