Tagliavano l’erba con la falce fienaiaLe strade erano strette e bianche di ghiaiaAccendevano il fuoco con la pietra focaiaTagliavan la legna con la mannaiaDormivano al freddo nella pagliaiaRara la carne nella ghiacciaia A cena solo polenta sulla spianaiaTiravano l’acqua dal pozzo nell’aiaCredi proprio che la vita fosse più gaia?
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La poltrona a dondolo
Una poltrona a dondolo sobria e accoglientePer ripercorrere i sentieri della menteRicucire le pezze di un passatoRattoppato ma non dimenticatoRiapparse nella foschia del presente
Pitagora
Nel disegnare un rettangolo un triangolo un trapezioAppagava ogni suo più recondito sfizioMentre per i numeri non aveva passionePiuttosto antipatia e quasi repulsioneLo chiamavano Pitagora a giusta ragione
Con Augusto tutti in bici
Istituite da Augusto e mai dimenticate Le Ferie d’agosto sono ritornate Le auto abbandonate al sole cocente Si trasformano in un forno rovente Mai come ora le bici sono amate
Le faccine di Margot
Sulla tovaglietta con una punta fineDisegnava soltanto minuscole faccineCon baffi sottili e barbetta da moschettiereStavano tutte nell’impronta di un bicchiereNé braccia né gambe soltanto tre testine Nell’immagine una composizione fotografica di disegni di mia nipote Marguerite Leonard
Essere nell’ala
Essere nell’ala del gabbiano Immobile nella tramontana Che scatena la buriana Nell’immagine una mia composizione fotografica
La monetina
Proprio sul fondo di una grande piscina Si cullava nelle onde una monetinaScappata da un buio opprimente borsellinoLuccicava al sole di un limpido mattinoOrmai certa di un vago brillante destino
Pipae, piparum, pipis (ultima parte)
Chiudo questa piccola serie “pipae,piparum, pipis” con la citazione da un mio vecchio post “Le venature della sorte” del dicembre 2004 che potrai leggere per intero cliccando qui seguita da una filastrocca che ritrovi nel post del 5 sttembre 2003 “… una pipa sempre in bocca e guai a chi la tocca” _______________ Con il passare degli anni, […]
A Marziale in esilio
Agognava un pubblico colto e intelligente Che raccogliesse i frustuli della sua mente E ne facesse dei versi perfetti e immortali Dei capolavori unici senza pari né uguali Ma lì intorno non c’era che povera gente
Mimetismo
Sotto la cupola di un pino a ombrelloSi nascondeva un grosso uccelloSi muoveva silenzioso e circospettoSaltellando di rametto in ramettoCon un mimetismo quasi perfetto
Pipae, piparum, pipis (quarta parte)
Non ho mai conosciuto un indiano d’America in penne e ossa in vita mia. Il solo che ho incontrato era un moroso di mia figlia quando studiava ad Andover: il prestigioso college vicino a Boston .Era un ragazzo tranquillo e silenzioso; si chiamava Oni at se (Nuova Neve che scende), ma non fumava nemmeno una […]
Pipae, piparum, pipis (terza parte)
L’anno dopo il soggiorno londinese di studio nella British museum library tornai nelle isole britanniche in auto con Emilia allora diciassettenne, figlia di carissimi amici di famiglia da più generazioni, che me l’avevano affidata perché cominciasse i suoi studi d’inglese, ignorato nel suo corso al Liceo classico di Correggio.Dovevamo raggiungere Edimburgo per seguire un corso […]