Il canone è un’antica forma cantata Che impone ai cantori un ordine di entrata Quando lo ascolto dalle mie nipotine Eseguito con voci intonate e cristallineMi commuovo per l’armonia garbata
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Con i piedi per terra
Più di tutto mi piacerebbe volare O almeno camminare sulle onde del mare Ma anche un buon paio di scarpe leggere Adatte ai marciapiedi del mio quartiere Non mi sembrerebbero da disprezzare
Lo sguardo
Mentre la contemplava in modo affettuosoLei lo ricambiò con uno sguardo amorosoSolo con gli occhi si scambiarono una carezzaE bastò a entrambi per avere la certezzaDello sbocciare di un legame amoroso
Dettato
Voleva scrivere un bel libro non monumentale Una storia piacevole non un’opera fondamentale Come quelle che leggeva da lettore appassionato Prima di spegnere la luce e finire addormentato Ma niente carta e penna doveva essere dettato
Vanitas vanitatum
Nella stessa antica locanda fuori manoAlloggiavano una vana duchessa e un sagace villanoAlla prima fu profuso ogni riguardoIl secondo non fu degnato di uno sguardoChe idea ti sei fatta del genere umano? Vanitas vanitatum et omnia vanitas (in italiano, “vanità delle vanità, tutto è vanità”) è una locuzione latina del Qohelet (o Ecclesiaste), un libro sapienziale della Bibbia ebraica e cristiana – in cui ricorre per due volte (Ecclesiaste 1, […]
Perle ai porci
Nella sala deserta rimbombava l’eco Dell’erudito conferenziere cieco Il pubblico deluso e annoiato Già da tempo se n’era andato Lasciandolo solo con un addormentato
Il sogno dei romani
Per le strade si aggirava un esercito di castori Diventati animali domestici raccoglitori Come una squadra di netturbini bene addestrati Raccoglievano i sacchi di immondizia abbandonati Lasciando la città pulita come ai tempi andati
Downsizing
Aveva in mente un busto monumentale Da scolpire in lucido porfido imperiale Se non di un faraone del santo protettore Da presentare al vescovo committente e pagatore Mentre col pongo ritraeva il barista abituale
Il biglietto d’amore
Dal profondo del cuore Le inviò un pensiero d’amore Ma per un disguido postale Arrivò la vigilia di Natale E fece la fine di un messaggio augurale
Il chiodino
Plutonio uranio cadmio selenio Scandio litio lutezio lantanioAlcuni hanno un nome molto popolare Altri invece sono solo terre rare E tu chiodino di ferro chi vuoi diventare?
Fare e disfare
Fare e disfare è tutto un lavorareDiceva Penelope senza scherzareMa se non aspetti un Ulisse dispersoFare e disfare è tempo persoPer conto mio preferisco il finire al ricominciare
La meta
Per le strade del mondo s’era messo a cercare Un grande maestro che lo potesse aiutare A sconfiggere la sua grande ignoranza E fare un boccone della intera sapienzaMa ancora oggi continua a vagare