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Con una voce stentorea e sgarbata
Infestava l’aria con tracotanza smodata
Incapace di articolare un ragionamento
Di vociferare il nulla era molto contento
Precipitando i presenti nello sgomento
Il suo immacolato candore virginale
Al di sopra del bene e del male
Raggiungeva la massima espressione
Nell’amore per il suo soffice gattone
Sua unica incondizionata totale passione
Con tre capre e una sola panca
Come decidere chi crepa e chi campa
La cosa diventa ancora più seria
Se a capre e panca sostituisci bambini e miseria
Nessuno al mondo deve più morire d’inedia
Invece del solito velocissimo aeroplano
Stivato con un anonimo carico umano
Decise d’imbarcarsi su di un bastimento
Dal nome altisonante maestoso e lento
Che trasformò il suo solito viaggio in un evento
La suspense è un filo etereo e sottile
Inserito nella trama con mano gentile
In modo nascosto dall’abile autore
Per catturare l’ingordo lettore
Con l’abilità di un accalappiatore
Non usava le parole come una clava
Ma come un coltello da girare nella piaga
Con immotivata feroce insistenza
Approfittava di ogni minima occorrenza
Per trasformare un graffio in una ferita purulenta
Spenta la luce cominciava a pensare
Ai sogni che avrebbe voluto sognare
Nel nostro mare si sarebbe tuffato
E sempre più al largo avrebbe nuotato
Da carezzevoli onde sostenuto e cullato
Custodi di un segreto impenetrabile
A loro stessi ignoto e imperscrutabile
Trascorrevano ansiosamente il loro tempo
In attesa di un imprevedibile evento
Che li sciogliesse da quell’incantamento
La calvizie ora esibita con ostentazione
Era un tempo oggetto di riprovazione
I cambiamenti di costume sono una costante
Dell’evoluzione umana non certo irrilevante
Che differenzia il sapiens da animali e piante
Al limitare dei fiordi più settentrionali
Da ragazzo mi piaceva libero campeggiare
Sugli spazi erbosi incombenti sui frangenti
Del mare nero sferzato dai venti
Mi addormentavo senza pensieri né risentimenti
Troppo stanco per potere agire
Il suo sogno era riuscire a dormire
Ma un’insonnia stizzosa lo perseguitava
Al primo timido sonno lo risveglia
E più stanco di prima si ritrovava
Ormai è raro vedere un scialle
Addobbare confortevolmente le spalle
Di una signora elegantemente vestita
Che fa la maglia con i ferri fra le dita
Ma non rimpiango quell’epoca ormai finita