Creature gobbe cornute malformateSi aggiravano selvagge scalpitavano terrorizzateIstintivamente presaghe del diluvio universaleSi scontravano con furia ancestraleNell’estremo tentativo di essere imbarcate
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A piedi
Per andare a piedi a GallipoliCamminava a passi piccoli piccoliPer la strada incontrò una cavallettaChe voleva saltare fino a BarlettaNessuno dei due aveva la bicicletta
Il visionionario
Sotto la luce abbagliante dell’estateTracciava con un mazzo di matite colorateGli anagrammi di un’oscura visioneI rebus di una luminosa rivelazioneA mente umana mai prima disvelata
Il consigliere
Riduceva la voce ad un penetrante bisbiglioPrima di accingersi ad elargire un consiglioNon richiesto e neppure gradito ad alcunoNell’indifferenza generale ne sceglieva unoFra tanti lupi il solo inerme coniglio
Nostalgia
Stanco di vagare per quel paese lontanoUna landa sconsacrata e fuori di manoSognava di ritornare al suo paese nataleRitrovare i ricordi la stessa aria tutto ugualeUn paese immaginario un mondo irreale
Il volto
Il suo volto svuotato dalla vitaSembrava coperto da una ragnatela sdrucitaNon lasciava trasparire alcuna emozioneFluttuava in un’altra dimensioneSenza speranza rimorso passione
Le bolle di sapone
Avvolte da un velo screziato di arcobalenoGonfie di un lontano profumo di fienoLe bolle di sapone scoppiavano in ariaCon un’esplosione di colori straordinariaPiù luminosa di uno squarcio di cielo sereno
Le figure
Fra le pagine aperte il vento passavaAccarezzava le immagini e le liberavaPer l’aria volavano come foglie autunnaliSvincolate dai fogli di libri e giornaliAffrancate dal destino che le imprigionava vedi anche La bella figurina
La prosa
La sua prosa si srotolava con sottile rumoreLasciandosi dietro un aura un sentoreUn tema sotteso la percorrevaSotto la trama solida che la sostenevaUn piacere appagante per chi la leggeva
Il lettore veloce
Il lettore veloce di libri lentiSorvola leggero i paragrafi spentiCon rapaci volute sui grigi fogliArpiona fulmineo i promettenti germogliD’idee inespresse e ancora latenti
Le amarene
Le amarene inghiottite spolpate sputateDolci e brusche belle colorateSono il frutto che preannuncia l’estateDelle stagioni la più a lungo aspettataE in un attimo trascorsa e terminata
Trobar clus
Tal quale al suo unico diversoInfieriva ad ogni capoversoCon i segni che la penna lasciavaSulla superficie assetata che toccavaPer uscire dal labirinto che lo imprigionava