No man land fra la terra dei laghi e la Lapponia

0
(0)

La strada era diritta e, all’apparenza. senza fine. Il terreno collinoso con morbidi dossi e insenature verticali profonde ne lasciava intravedere il tracciato con discontinuità, fino all’orizzonte. Quando fermammo l’auto nella piazzola, avevamo già percorso molti chilometri nelle stesse condizioni, senza incontrare nessuno.
Procedevamo verso nord ovest, a giudicare dalla posizione del sole, ormai piuttosto basso di fronte a noi. La foresta di conifere, che la strada tagliava con una linea retta, appariva silenziosa, ma non cupa e minacciosa come ci era sembrata la Schwartzwald, prima che i fumi corrosivi della Ruhr la deturpassero.
Avevamo già abbandonato la regione dei laghi, ma eravamo ancora molto distanti dalla Lapponia; stavamo attraversando una terra di nessuno che appariva uguale a se stessa, senza alcuna connotazione che la rendesse degna di un nome memorabile e distintivo.

L’aria limpida e i colori, stemperati da una luce priva della drammatica violenza meridionale, creatrice di ombre profonde, scavate nel riverbero abbacinante di tutto il resto, contribuivano al mantenimento di un’atmosfera serena, a dispetto della selvatichezza del paesaggio: una immensa foresta di conifere, senza fine.
Mentre notavamo il silenzio e la innaturale assenza di tracce umane, di animali terrestri o di uccelli, a parte la strada vuota e ben tenuta, un coniglio selvatico si affacciò sul ciglio e, senza particolare circospezione o fretta, l’attraversò, fino a scomparire di nuovo, silenziosamente, nel bosco.

C’era qualcuno, allora.

Valuta questo testo

Risultato

Non ci sono ancora valutazioni