mar. 08 aprile 2008
Come scriveva Cesare Clementini, storico riminese del 1600: “E’ situato S. Arcangelo distante da Rimino sette miglia, sopra un vago e dilettevole colle di quelli che confinano coll’Appennino e d’ogni intorno scuopre città, ville, castella, monti, campagne, mare e fiumi…” ed è così ancora oggi, anche se la presenza di auto parcheggiate nelle strette vie del borgo antico adagiato sul colle Giove è piuttosto spoetizzante e diventa una vera maledizione per il fotografo in cerca di scorci caratteristici.
Sabato scorso ci siamo tornati a distanza di alcuni anni dal’ultima visita e il simpatico ricordo che ne conservavamo è stato confermato pienamente. In una bella giornata fresca fuori stagione ci siamo ritrovati a camminare piacevolmente quasi da soli per le stradine del borgo che, per fortuna, non è stato sanmarinizzato dal turismo di massa, ma è abitato normalmente da persone che hanno l’aria di viverci bene e dimostrano cura per i fiori e per la pulizia delle strade selciate.
Deludente è il castello, aperto alla visita di pochissime stanze ammobiliate un solo fine settimana al mese. A quanto ci hanno detto è proprietà di un ramo napoletano dei principi Colonna che vive a Posillipo e poco si cura del castello, dopo avere ottenuto fondi europei per restaurarlo. Peccato.
Cordiale, invece, l’accoglienza alla pro loco dove ci hanno fornito indicazioni utili e una buona piantina del borgo antico. La parte moderna, ai piedi del colle non è né meglio né peggio di altre cittadine della zona a parte la simpatica fioritura d’insegne, di lapidi e mattonelle con scritte e disegni spiritosi sulla vita del paese, non la solita malinconica lapide in versi ai caduti di tutte le guerre oppure il bollettino della vittoria del generale Armando Diaz, per intenderci.
Nell’album di foto scattate durante la passeggiata ce ne sono alcune fra le più divertenti, per vedere l’album clicca qui o sulla foto.