Da qualche anno frequento nel primissimo pomeriggio la biblioteca Sala borsa che si affaccia sulla piazza del Nettuno dominata dalla grande statua di bronzo del Gian Bologna che i bolognesi chiamano affettuosamente “il Gigante”. L’edificio copre una vecchia strada romana ben visibile attraverso il pavimento di vetro rischiarato da un alto lucernario.
L’orario meridiano mi permette di trovare più facilmente un posto dove leggere un quotidiano o un mensile informatico fra i numerosi disponibili ad un affezionato pubblico di giovani studenti e di anziani pensionati.
I lettori di quotidiani di solito scelgono i lunghi tavoli del ballatoio del primo piano per sfogliare più comodamente il giornale, io, invece, preferisco una delle tre poltroncine circondate da piante ornamentali che si trovano all’ingresso di una sala di studio. E’ un lungo locale con una dozzina di tavoli rettangolari da sei posti, lampade da tavolo e prese per il computer, frequentato quasi esclusivamente da studenti di età universitaria.
Già da diversi anni era disponibile in tutta la biblioteca la rete INTERNET, riservata ai cittadini che si fossero iscritti al servizio comunale gratuito Iperbole, ma da qualche mese, dopo la tardiva e timida liberalizzazione nazionale dei collegamenti, la situazione è ulteriormente migliorata e ora è disponibile a tutti una potente copertura, per cui molti ragazzi adoperano anche i piccoli portatili personali per studiare e collegarsi gratuitamente in rete. I telefonini, invece, tacciono rigorosamente.
La compagnia silenziosissima di ragazze e ragazzi che studiano educatamente mi fa molto piacere e rende gradevole la sosta di un paio di ore, sufficienti per sfogliare un quotidiano o una rivista, prima di affrontare i 3 km e mezzo di passeggiata che mi riportano a casa sotto i portici di via Santo Stefano e, spesso, attraversando i giardini Margherita.
Le immagini a corredo di questo testo sono appunto quelle della sala borsa di Bologna.