I pollici più veloci dell’EST

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smsI pollici più veloci dell’EST, pare si debbano cercare nelle Filippine dove un terzo della popolazione possiede un telefonino, a dispetto delle condizioni economiche non proprio floride, e lo usa per “messaggiare” a tutto spiano, giorno e notte, senza pietà.

Infatti la particolarità della situazione dell’arcipelago non risiede tanto nel numero di cellulari, giustificato anche dalla estrema difficoltà di ottenere un telefono fisso, ma nell’uso smodato d’inviare SMS, i messaggini di testo, insomma. Costano pochissimo e possono essere del tutto anonimi perché, nelle Filippine, si possono comprare schede prepagate senza fornire il proprio nome.

Questa combinazione ha scatenato una specie di sport nazionale che consiste nel diffondere notizie assolutamente incontrollate che annunciano disastri naturali, congiure politiche, casi di corruzione, rivolte militari… qualunque cosa. Poiché in una piccola minoranza di queste dicerie propagate con gli SMS c’è un briciolo di verità, non è facile per nessuno distinguere, almeno inizialmente, le balle allo stato cristallino dalle mezze verità, come racconta in un gustoso reportage l’inviata della BBC che ci perde il sonno, non potendo trascurare nessun messaggino, neppure alle tre di notte, per paura che sia quello buono che annuncia un evento che si avvererà sul serio.

Questa storia mi ha fatto ricordare il celebre espediente del giornalista di un quotidiano accreditato in Vaticano, che, per essere sicuro d’inviare per primo al suo giornale la notizia della morte del papa, da tempo gravemente ammalato e circondato dalla massima discrezione, andava tutte le mattine all’ufficio telegrafico vaticano per spedire un sintetico telegramma:”Il papa è morto”. Puntualmente, il telegramma veniva respinto dall’addetto postale perché la notizia era falsa… finché un bel mattino il tegramma fu accolto e spedito. Era arrivato primo.

Altri tempi; oggi i papi si può dire che muoiano in diretta TV, con l’ultimo respiro esalato in mondovisione. Se preferisci perderti la ghiotta diretta e cambiare canale, fallo con discrezione giustificando la tua debolezza e, soprattutto sta attento che non ti scappi mai di dire che l’eutanasia, in certi casi, è la miglior forma di rispetto della dignità di un malato terminale, i paladini della vita sarebbero capaci di bruciarti in piazza, potendo.

La vita è sacra e guai a chi la tocca, salvo, naturalmente, le guerre ed altre trascurabili situazioni in cui ammazzare ufficialmente, possibilmente in divisa e in nome del dio locale, è sempre stato sacrosanto, oltreché doverosamente rischioso.

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