30 marzo 2006
Clicca qui per ascoltare il testo che puoi leggere qui sotto: esempio di podcast
Accanto alla simpatica intervista “Luttazzi contro tutti” trasmessa da SKY il 27-02-05 (39 minuti video/audio MPEG4, 181 MB) si può trovare, ad esempio, una chiarissima lezione di una ventina di minuti, in californiano rilassato, sulla stesura del corpo e della conclusione di un saggio “tipo” per superare i test in lingua inglese TOEFL o IELTS.
Nella decima riga della pagina introduttiva del sito www.toeflpod.com si legge esplicitamente:”No more “textbook English”!” a chiarimento dello scopo che il materiale audio offerto si propone. Infatti, “We discuss how to write the body and conclusion of an essay for the TOEFL or similar English examination” si può considerare una buona lezione di scrittura strutturata -quella richiesta nel mondo anglosassone per i saggi scolastici- in tutto conforme ai principi ed agli esempi che si trovano nei testi scritti in lingua inglese di analogo argomento, ma… è parlata ed in un formato audio, (MP3 di 8,2 MB) che può essere trasferito sull’iPod o sulle dozzine di suoi emuli o, ancor meglio, sui telefonini evoluti che se ne stanno acquattati in pianta stabile in una delle nostre tasche e, forniti di auricolari, ci accompagnano con la loro voce anche in tram.
E’ evidente che la prospettiva di potere inseguire i loro scolari avidi di sapere perfino per la strada o durante i lunghi e infruttuosi trasferimenti casa-scuola-casa non può che ingolosire gl’insegnanti più solerti e aperti “al nuovo che avanza” e che dio li benedica, aggiungo io, ma…
Fermo restando che ogni opportunità educativa va acchiappata al volo e sfruttata al meglio prima che l’effetto sorpresa svanisca ed il nuovo mezzo si trasformi in una scontata abitudine, mi restano alcuni dubbi e qualche perplessità che vorrei esprimere e che mi fanno decisamente dissentire dall’affermazione: “no more textbook”.
La lezione audio ascoltata sul telefonino, non può essere chiosata e sottolineata come dovrebbe accadere per qualsiasi libro scolastico oggetto di studio serio. La memoria coinvolta nel processo di apprendimento “in cuffia” è solo quella auditiva, mentre quella visiva resta disattivata, o peggio, si fissa involontariamente sugli eventi che assediano inevitabilmente lo studente-ascoltatore mentre cammina o condivide uno scompartimento di un treno di pendolari. Non è forse una banalità largamente condivisa fra i docenti che “… gli studenti d’oggi hanno perso la capacità di concentrazione”?.
L’ingombro di una lezioncina di venti minuti è di ben 8,2 MB e richiede, per essere sfruttata, uno strumento sofisticato, costosetto, intrinsecamente fragile e, a monte, la disponibilità di un computer e di un collegamento alla rete in banda larga. Niente di eccezionale, intendiamoci, né, tanto meno, proibitivo, tuttavia la maggioranza degli insegnanti di oggi non saprebbe trovare con ITunes quello di cui avrebbe bisogno per trasferirlo successivamente sullo strumentino d’ascolto. Lo stesso discorso vale anche per moltissimi giovani studenti, non illudiamoci.
Infine, mi lascia qualche perplessità anche il modo con cui verrebbe percepita la lezione dallo studente-ascoltatore. Non mi sembra che si possa escludere, per l’impossibilità di dialogo, il rischio di fraintendimenti, o peggio, l’effetto “oracolo” tipico dell’ascolto passivo delle trasmissioni radiotelevisive.
Detto questo, ritengo che il podcasting dovrebbe essere sfruttato di corsa, offrendo materiale di buon livello scientifico, e affiancato a tutte le altre tecnologie già in uso, a partire dai testi scritti, introdotti e commentati da bravi insegnanti.
Nell’immagine una pittura vascolare che rappresenta il centauro Chirone che educa Achille (anfora di Panthaios)
Pubblicato da Alessandro C. Candeli (@lec) gio. 30 marzo 2006 Invia un commento all’autore
“Hac re videre nostra mala non possumus; // alii simul delinquunt, censores sumus.” (*)
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