Ormai le pampas non valgon piu’ una ciccas

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sab. 17 maggio 2003

  • … magari
  • Perche’ tu non ce l’hai?
  • No, non l’ho nemmeno visto
  • Com’e’ possibile, ma se ce ne sono dappertutto. Siamo invasi, ormai.
  • Voglio dire visto da vicino, preso in mano. Tu, invece, da quanto l’hai preso?
  • Me l’hanno regalato. Se fosse per me…
  • Vedi, allora; di cosa ti meravigli? Dicono che sia utile, però
  • Sara’ , ma se ne abbiamo fatto a meno per mille anni…
  • Milioni, vorrai dire. Gli antropologi ormai si sono scatenati. Quando eravamo ragazzi sembrava che parlare di un’eta’ di centomila anni fosse una mezza eresia, ti ricordi? A me va benissimo, intendiamoci. Io sono sempre stato un evoluzionista convinto. Anche quando sembrava che le cose dovessero andare a scatafascio, io ho sempre detto: – Vedrai che pian pianino tutto si aggiusta… per dire che c’e’ sempre un evoluzione.
  • E’ l’inflazione: cento, mille, milioni. Quando comincia non si ferma piu’.
  • Infatti. Guarda l’Argentina, ormai le pampas non valgon piu’ una ciccas.
  • Pampas? Ma quelle non erano le praterie con i gaucios sempre a cavallo, se non stanno ballando i tangos, come nei film?
  • Hai ragione, devon’essere i pesos; mi sono confuso, con tutte quelle parole in s. E’ meglio da noi dove le parole finiscono con tutte le vocali necessarie per capirsi.
  • Non c’e’ niente di piu’ bello dell’italiano, lo dicono tutti.
  • E delle italiane, anche.
  • Si capisce, sono le mamme dell’italiano. Se fossero brutte loro, guai.
  • Non voglio neanche pensarci a una disgrazia del genere, sai cosa ti dico.
  • Altro che l’inflazione.

Nell’immagine: Pampas nostranas (Gran Sasso)

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