Addio caccia alla volpe.

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“Addio caccia alla volpe. Sono stati ben 362 contro 154, infatti, i deputati che hanno votato per la messa al bando totale. Gli oppositori della caccia alla volpe sostengono che si tratta di uno sport crudele, barbaro e anacronistico mentre i suoi sostenitori – tra cui vi è anche il principe Carlo – dicono che è un servizio per gli agricoltori e che salvaguardia migliaia di posti di lavoro nelle campagne.”

Non credo che la notizia abbia scosso molta gente nel nostro Paese, salvo gli animalisti, molto più ignoti ai più delle volpi stesse. Nel nostro Paese è più diffuso lo sport di “gridare al lupo”; la caccia alla volpe non ha mai suscitato particolari simpatie, neppure fra i cacciatori di più innocue specie che, al pari della volpe, si aggirano per le nostre campagne da sempre.

La frequentazione della volpe, da noi, è letteraria e infantile: la conosciamo come l’astuta compagna del lupo che trae in inganno il povero Pinocchio. Benché le volpi vere e proprie non manchino, di solito il termine è presente nei nostri discorsi solo in senso metaforico.

In questa limitata accezione, è piuttosto diffusa, ma non sono in vista cambiamenti, penso. Infatti le astute canaglie prosperano come non mai e la loro caccia non è mai stata aperta, ancorché chiusa, da alcuna legge, a quanto mi risulta.

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