ven. 27 giugno 2003
“Cos’è e come funziona un cannone antigrandine.
Si tratta di un enorme cono rovesciato alla cui base vi è una camera di combustione. Il tutto è sorretto da un treppiede che sostiene il vertice del cono e dirige la cavità verso il cielo. La camera di combustione viene ciclicamente riempita di gas combustibile, come propano o acetilene, e una candela ne causa l’esplosione. La forte deflagrazione, amplificata dalla forma a megafono del cannone, lancia un’onda sonica di forte potenza verso il cielo, e viene ripetuta, grazie ad un timer elettronico, ogni 5/10 secondi. Nelle dichiarazioni dei costruttori l’onda di pressione sarebbe in grado di disturbare il processo d’accrescimento della grandine, o secondo altri far perdere equilibrio ai nuclei di condensazione in sospensione, e generare l’immediata caduta dell’idrometeora, prima che essa diventi di grosse e rovinose dimensioni.
La teoria di funzionamento è fatto oggetto di disputa tra i costruttori, essi stessi in difficoltà nello spiegare la metodologia d’azione dei loro prodotti.
Non vogliamo entrare nel merito, benché il mondo scientifico sia fortemente scettico, o forse sarebbe meglio dire incredulo e indignato di fronte a tanta millanteria.”… “Tuttavia i problemi derivanti dall’adozione di tale attrezzo si sono, negli anni, rivelati molto seri a livello sociale, e ben riassunti su molti siti Internet meteorologici, professionali e amatoriali. I cannoni antigrandine, a causa della loro assordante onda d’urto, sia di giorno sia di notte, causano notevoli problemi psichici e psicologici agli abitanti delle zone limitrofe alle coltivazioni estensive, con notevoli modificazioni dei cicli vitali del sonno e della veglia.
Inoltre le potenti onde di pressione danneggiano irreparabilmente le cascine e le case più vecchie dei borghi di pianura, causando crepe e fessurazioni nei rivestimenti esterni e negli intonaci interni.”
Insomma, un cannone è sempre un cannone, meglio starne alla larga e cannoneggiare, seppure la grandine, non è mai un’azione da intraprendere a cuor leggero, se non si possiede la leggerezza di tocco del Barone di Muenchausen, che le palle di cannone le cavalcava come se niente fosse, o la naturale vigoria della donna cannone che con un soffio smorza un lampione.
Nell’immagine ritratto di donna cannone mentre smorza un lampione di Sant’Arcangelo di Romagna