Il MAST di Bologna

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Oggi, subito dopo pranzo siamo andati a visitare il MAST che è “Un centro polifunzionale a disposizione dei collaboratori del gruppo Coesia (gruppo industriale attivo nei segmenti delle macchine automatiche avanzate, delle soluzioni di processo industriale e degli ingranaggi di precisione) e della comunità bolognese e offrirà vari servizi che includono: uno spazio espositivo, un auditorium, un’accademia per l’innovazione e l’imprenditorialità, un nido per l’infanzia, un wellness centre, un ristorante aziendale e una caffetteria.”
MAST
Si era letto sui giornali della sua inaugurazione alla presenza del primo ministro, ma con la colpevole assenza del sindaco di Bologna, qualche mese fa. In realtà, il progetto non è stato ancora completato, ma quello che si può vedere già oggi è un notevole esempio di architettura moderna e di lungimiranza industriale.
40 milioni di euro ben spesi, si potrebbe dire, in un quartiere povero della periferia occidentale di Bologna caratterizzato da una curiosa toponomastica che ricorda le origini romane della nostra civiltà con via Valeria, Pomponia, Camonia, Lemonia, Egnazia, ecc.
L’apparato di sicurezza è imponente quanto l’edificio ed i suoi contenuti espositivi, quasi si trattasse di custodire un mostra di dipinti leonardeschi.
L’accoglienza è affidata a giovani hostess gentili e competenti che valorizzano il contenuto espositivo: pannelli che rappresentano aspetti interessanti della produzione di punta del gruppo industriale Coesia, leader mondiale del packeging, e gruppi tematici di fotografie industriali appartenenti alla collezione del gruppo industriale.
Sia i pannelli e le attrezzature dimostrative delle macchine impacchettatrici, sia la bella collezione di fotografie in bianco e nero e a colori meritano una visita negli spaziosi modernissimi saloni. In particolare, la fotografia industriale è molto ben rappresentata con esempi che provengono da tutto il mondo e mostrano diverse età della produzione industriale, da quella fumosa e tetra dell’inizio del novecento a quella contemporanea luminosa e iperobotizzata.
Il MAST di Bologna, con il suggestivo nome che mi ricorda letture giovanili marinaresche (Two years before the mast di R. H. Dana) vale sicuramente una visita già ora, prima del suo completamento.

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