Google wave

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mer 03 giugno 2009

Ho appena finito di guardare la lunga dimostrazione (un’ora e venti!) di Google Wave il nuovo prodotto, ancora in fase di avanzata costruzione, che ha l’ambizione di rendere più facile e naturale comunicare fra membri di un gruppo di discussione o di lavoro, fra amici o generici utenti della rete che ora usano la posta elettronica, la messaggistica istantanea, i blog ed i cosiddetti prodotti di “social network” come Twitter e Facebook per tenersi in contatto fra di loro, non solo con i computer, ma ora anche con i telefonini di ultima generazione.

Il prodotto, come tutti quelli che si propongono di razionalizzare e ordinare una struttura nata nel corso di decenni in modo spontaneistico senza un piano globale, è encomiabile, almeno nelle intenzioni. Stando alla dimostrazione, Google Wave semba sulla buona strada, soprattutto perché si annuncia come un prodotto aperto che si offre agli sviluppatori perché possano migliorarlo e integrarlo ad altre applicazioni e aggiungervi funzioni particolari sotto forma di gadget. L’aspetto che ho apprezzato di più, fin da questa versione preliminare, tuttavia, è la sua natura di “colla” capace d’integrare i molteplici prodotti già esistenti e farli convivere collaborativamente come fossero parte di uno stesso progetto originario.

E’ ormai un quindicennio che il pubblico sente una forte esigenza d’integrazione fra i prodotti che gli servono per il lavoro o per lo svago. A questa domanda le grandi software house hanno tentato di rispondere, almeno parzialmente nel settore della produzione di documenti, con le costose suite monomarca come Microsoft Office, in competizione con altri prodotti analoghi come prestazioni e costi, venduti da altre case, affiancate da un solo prodotto gratuito: Open office.

L’altra possibile risposta all’esigenza d’integrazione è un prodotto “colla” che riesca a far convivere armoniosamente sotto lo stesso tetto/interfaccia prodotti già esistenti, pensati per svolgere un solo compito in solitudine. Non si tratta di un’idea nuova, ma Goggle Wave, con il suo codice aperto e la sua vocazione ad accogliere suggerimenti, miglioramenti e integrazioni dal vasto popolo degli sviluppatori si propone proprio come una potente colla di buona qualità nel settore della comunicazione, ora in un momento di disordinata crescita esplosiva. Ben fatto!

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