Dolce e chiara era la notte e senza vento

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sab. 12 luglio 2003

“Dio benedica la vostra mano” per avere generosamente lasciato noi estranei, divisi da una strada e da un piccolo giardino, partecipare ad ogni momento della vostra festa. E’ vero che non si trattava di un evento formale ed elegante, ma piuttosto di un informalissimo baccano all’aria aperta, festosamente sgangherato e scomposto, ma ciò non toglie che sia stato generoso lasciare che ogni singola parola, ogni risata, potesse essere distintamente percepita dal nostro letto, senza alcuno sforzo di attenzione da parte nostra.

Molti altri avrebbero ritenuto di dovere tenere le voci basse per evitare di diffondere all’intero vicinato discorsi, risate e commenti, ma non voi, benedetta sia la vostra mano sulla chitarra e la vostra voce mentre canta le osterie.

Buona fortuna! La festa non si è protratta oltre le due della notte e se non fosse stato per la presenza ininterrotta di zanzarine giustamente assetate, benedetto sia il loro pungiglione affilato, avremmo rischiato di addormentarci prima che la civetta giungesse da lontano ad annunciare l’imminenza dell’aurora con il suo canto benaugurale.
Dolce e chiara era la notte e senza vento.

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