gio. 13 novembre 2008
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A bizzeffe!
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La butti sul quantitativo, oggi. Ti facevo più qualitativo, con questo bel sole autunnale.
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Dici? Secondo me a bizzeffe ha anche un retrugusto qualitativo, come il sangiovese.
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Ah, dici che se lo giro abbastanza a lungo nel bicchierone a palla salta fuori un profumo che mi era scappato al primo sorso?
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Mah? Bisognerebbe provare, ma non è mica facile trovare il bicchiere adatto per delle parole..,
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… così obsolete.
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Chissà se c’è una valle chiusa, di quelle scomode da raggiungere, dove i montanari ti sparano degli abizzeffe come niente fosse?
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Hai notato anche tu? E nessuno ci fa caso, come fosse la cosa più normale del mondo. Che sia per la claustrofobia? Il sole tramonta presto, a tradimento, dietro i monti e…
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… tutti corrono a chiudersi in casa prima che venga buio e si mettono subito a mangiare la polenta davanti al focolare…
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… senza televisione.
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Che sia per quello che parlano ancora così bene?
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Di sicuro! Si sono salvati dagli elefanti di Annibale e dalle legioni romane, ma se avessero la televisione in casa ti saluto che parlerebbero così pulito.
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E i libri? Quelli gli arrivano?
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A dorso di mulo, però e solo stagionati. Roba buona.
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Dei classici, solo dei classici. Non vorrai mica che carichino un povero disgraziato di mulo, con tutta la salita che ha da fare, con “Dove mi porta il cuore”?
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E’ una legge di natura come diceva Darwin: per aspera ad astra.
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Chissà se parlava veramente latino come un libro stampato?
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Sia come sia, doveva avere una pronuncia infame, ci puoi scommettere. Forse avrebbe fatto meglio ad accontentarsi del suo inglese.
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Natura non facit saltus! Un inglese che parla latino… è contro natura. Avrebbe dovuto saperlo proprio lui per primo, ti sembra?
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A bizzeffe.