Polpo all’aruspicina

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lun 19 luglio 2010

Chiariamo subito che il polpo all’aruspicina non è una ricetta estiva di origine etrusca, alternativa alle seppie alla livornese e, soprattutto, non comporta la morte del polpo. Di cosa si tratta allora? Niente di più che della rivitalizzazione, per mezzo di un polipo vivo, dell’antica e prestigiosa arte divinatoria, praticata dagli aruspici etruschi per secoli, fino alla caduta dell’impero romano. L‘Ars Haruspicina consisteva nel predire il futuro esaminando le viscere, il fegato in particolare, di vittime sacrificali, in altre parole, di ammazzare degli animali ignari, squartarli ed esaminarne le frattaglie secondo complicatissime tabelle ben conosciute da autentici specialisti: gli aruspici, appunto, che dovevano essere etruschi e conscere la lingua dei loro padri con cui era stata definita l’arte aruspicina prima della conquista romana dell’Etruria, in modo da poter confezionare oracoli misteriosi e pronunciare incomprensibili maledizioni, in caso di bisogno.

E il polpo? Che ci azzecca con tutto questo il polpo, direbbe l’onorevole Di Pietro. Be’ parecchio, visto che dopo l’irreparabile scomparsa di autentici aruspici etrusco-parlanti ci si è dovuti ingegnare per cercarne un sostituto e qualcuno lo ha trovato con successo in un comune polipo che, vivendo in un acquario, e trasparentemente infilandosi in una scatola di sua libera scelta fra quelle disponibili fornisce un oracolo inequivocabile agl’interroganti, benché, ancora una volta, ne ignorino la lingua, ancora più misteriosa dell’antico etrusco.

Dopo i successi predittivi ottenuti nel corso della recente coppa del mondo calcistica, il polipo Paul (pescato nell’isola d’Elba e, quindi, etrusco) è ardentemente richiesto in Iraq dove, quattro mesi dopo le elezioni, gli eletti non riescono ad accordarsi sulla scelta del primo ministro, incaricato di formare il nuovo governo. Per uscire dall’empasse, basterebbe scrivere i nomi dei politici che si stanno contendendo la poltrona di primo ministro in piccoli contenitori di vetro e lasciare scegliere a Paul che non è né sciita, né sunnita, né curdo. Non rappresenta alcuna maggioranza, né minoranza e, soprattutto, non aspira ad avere alcuna poltrona per se o per i suoi amici.

O tempora, o mores!

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