-
Buongiorno signore posso chiamarla Carlo?
-
Se Le fa piacere. E io come devo chiamarla?
-
Dica lei
-
Annibale, oggi
-
Elefantiaco, ma ci conosciamo?
-
Non credo, altrimenti sapremmo i nostri nomi
-
A volte, però ci si dimentica. Se fossimo stati compagni alle elementari forse…
-
Pensi che avrei dimenticato il tuo nome, con tutte quelle che abbiamo combinato?
-
Come quando abbiamo fatto il bagno nudi nel canalino…
-
… e tu prendesti una carpa a mani nude. Incredibile
-
Tu avevi una fionda magnifica, però, con gli elastici quadrati che tiravano il doppio
-
Quante rane abbiamo preso. Tu avevi una mira dell’accidente
-
Saranno anche anfibie, ma furbe poco. Stavano immobili ad aspettare la sassata mortale
-
Ricordo che, all’epoca, ci sarebbe piaciuto essere anfibi
-
Anche adesso, se è per quello, ma non abbiamo neanche imparato a volare
-
E dire che ci pensano fin dai tempi di Leonardo che non era scemo del tutto
-
Penso, però, che un giorno o l’altro ci riusciremo
-
Con le nano tecnolgie applicate al grafene e ai materiali compositi che non hanno ancora pensato?
-
Esatto! E bisognerà stare attenti ai tutti ‘sti droni che ronzano per aria
-
Peggio che attraversare via Ugo Bassi a mezzogiorno
-
Ma nel frattempo stia bene, mi ha fatto piacere incontrala
-
Anche a me, una bella rimpatriata fra sconosciuti, ci vuole ogni tanto.