Cala la tela

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ven. 11 luglio 2003

  • Cala la tela. Mi dispiace molto.
  • Non esageriamo, il mercato dei tessuti è fiacco ma non agonizzante, poi adesso fanno le lenzuola di carta, anche in rotoli…
  • ci vogliono letti cilindrici, allora
  • … e dormienti spalmabili. Ma cosa t’inventi?
  • Io ho solo detto “Cala la tela” come per dire “Il sipario è chiuso”, una metafora comunissima, sei tu, piuttosto, che ti metti a parlare di borsa degli affari, di letti provvisori con lenzuola di carta. Capisco l’imbarazzo e me ne dispiace. Se vuoi chiudo il discorso. Come non detto, scusa.
  • Va bene, ti scuso, ma io che posso farci se dopo la tela è calato anche il sipario? Ma di che commedia parli?
  • Adelina. E’ morta Adelina
  • Ma di chi è? Mai sentita dire, la rappresentavano qui da noi, al comunale?
  • L’Adelina è morta davvero, non a teatro.
  • Vecchio dramma umano: la realtà che compete con la finzione e la supera. C’è una vasta letteratura. Ora non ricordo più un accidente, ma ho letto diversa robetta sull’argomento, a suo tempo.
  • Sembra che non t’interessi proprio niente che sia morta Adelina
  • Dovrebbe? Siamo mortali e fragili, lo sappiamo fin dalla nascita. Oggi a me domani a te… che ti devo dire? Ma poi, chi sarebbe questa Adelina?
  • Vi conoscete da tutta la vita, è stata anche tua compagna di scuola
  • sei sicuro? E mi piaceva molto, anche?
  • moltissimo
  • e perché non l’ho sposata, allora?
  • non hai fatto in tempo
  • cosa è successo per impedirmelo?
  • te l’ho detto: è morta.
  • allora non c’è più niente da fare
  • Eh no! cala la tela…
  • Da capo? Quando cominci un discorso, non ti scoraggia niente e nessuno; non hai niente di sacro al mondo, neanche la morte.

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