Soli come cani

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Non avevano alcuna voce in capitolo. Era come se parlassero un’altra lingua. Tirare a indovinare li aveva lasciati a bocca asciutta. Non avevano più frecce al loro arco, benché fossero cacciatori nati e sputati. Sul far della sera sapevano di non potere contare troppo vista la loro umile origine. Non avevano sufficiente larghezza di vedute per i tempi che corrono. Si lasciavano andare come se ogni istante fosse l’ultimo della loro vita. Avevano fatto del minimalismo una bandiera ed erano strutturalmente inadeguati per fronteggiare un mondo in continua evoluzione che non lascia più spazio ai deboli. Guardavano al futuro, ma non ne scorgevano l’orizzonte. Neppure la tecnica del mordi e fuggi, praticata  con insistenza e con un vero talento naturale, aveva dato i frutti sperati.  Cacciati perfino dalle chiese si erano ridotti a vivere in un canile. Che razza di animali! Erano soli come cani. Di tanto in tanto abbaiavano con toccante naturalezza, questo sì.

Foto scattata a Cortona il 26 maggio 2001

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