In un bel sabato di ottobre siamo andati a fare un giretto nel delta da Gorino fino al mare, lungo il Po di Goro e le valli circostanti popolate da germani, fischioni, alzavole, aironi cinerini e centinaia e centinaia di gabbiani. La motonave Pricipessa ci ha portato confortevolmente a spasso sul fiume e sui canali che solcano le terre umide più grandi e più belle d'Europa, con buona pace della tanto reclamizzata Camargue. Il segreto di tanta bellezza va cercato, forse, nella mancata pubblicità che ha salvato le vicine valli di Comacchio ed il delta da orde di turisti frettolosi.
Il faro si trova sull'"Isola dell'amore", una lingua di terra selvatica, lunga diversi chilometri e stretta poche centinaia di metri, all'estremità del Po di Goro. La bianca torre che sostiene la lanterna è circondata sul lato occidentale da una bassa costruzione nello stile semplice di tutta "la bassa". Al primo piano c'è un ristorante alla buona, aperto tutta estate, dove si mangia ottimo pesce fresco, cucinato nel modo tradizionale e servito come si deve, senza i disgustosi orpelli che a volte funestano le portate pretenziose dei ristoranti alla moda: cibo mediocre, prezzi salati. A "La lanterna" sotto il faro, invece, si mangia bene al giusto prezzo e dopo pranzo, se il caldo non è scoraggiante, si può fare una passeggiatina digestiva lungo la spiaggia selvatica cosparsa di relitti marini.
Durante la bassa stagione, invece, si può mangiare buon pesce in un ambiente confortevole sulla "Principessa", attraccata all'isola, come abbiamo fatto noi nei giorni scorsi, e godersi ugualmente una passeggiata sui sentieri stretti fra i canneti e le lingue d'acqua, fino al faro e oltre.
Come sia d'inverno lo scopriremo.
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