Note

(successo) Richard Todd, A.S.Byatt, Plymouth, Northcote House, 1997, pp.1-3. Vedi anche il capitolo dedicato Possession, in Richard Todd, Consuming Fictions: The Booker Prize and Fiction in Britain Today, London , Bloomsbury, 1996.

(causeway) L'originale recita: "(...) the persistent shape-shifting of things long-dead but not vanished." (P 256)

(scrittore) L'originale recita: " (...) there is a subject (...) that is my own (...) as a writer I mean (...)." (P 256)

(demonic analogy) L'espressione di Gabriel Josipovici  "demonic analogy" è tratta dal Mallarmé "démon de l'analogie", come segnala la stessa A.S.Byatt in Passions of the Mind, p. 11. Il termine "demon" si ritrova inoltre nella espressione di Gérard Genette "demon du rapprochement", tratta dal saggio L'utopie littéraire raccolto in Figures I. L'espressione di Genette, quella di Mallarmé e di Josipovici si riferiscono ad una stessa concezione del potere del linguaggio.

(frazer) I romanzi analizzati da A.S.Byatt sono: A severed Head, The Unicorn e The Good Apprentice di Iris Murdoch; The Kindly Ones,Temporary Kings e Hearing Secret Harmonies di Anthony Powell; Henderson the Rain King di Saul Bellow, The Takeover di Muriel Spark e The Armies of the Night di Norman Mailer.

(freud2) Riporto le informazioni bibliografiche che fornisce la nota di A.S.Byatt in Passions of the Mind, p.337: The Pelican Freud Library, XIII, pp. 143-4, Harmondsworth, 1985

(londonlibraryP2)"..here George Eliot had progressed through the bookshelves. Roland saw her black silk skirts, her velvet trains, sweeping compressed between the Fathers of the Church, and heard her firm foot ring on metal among German poets"

("...tra queste scansie aveva camminato George Eliot. Roland ne vedeva le sottane di seta nera, gli strascichi di velluto che frusciavano compressi tra i Padri della Chiesa, ne sentiva il passo fermo risuonare sul metallo tra i poeti tedeschi" (Poss. 6)

(londonlibraryP2b) "Here Randolph Henry Ash had come, cramming his elastic mind and memory with unconsidered trifles from History to Topography, from felicitous alphabetical conjunctions of Science and miscelanneous - Dancing, Deaf and Dumb, Death, Dentistry, Devil and Demonology..."

"Qui Randolph Henry Ash era venuto a saturare la duttilità di mente e di memoria con le più disparate nozioni tratte da Storia e Topografia, dalla proprizie congiunzioni alfabetiche di Scienza e Miscellanea- Daini, Danza, Delirio, Dermatologia... ( Poss.6) ( ho mantenuto la traduzione ufficiale della edizione italiana di Possessione, nella quale i traduttori hanno voluto privilegiare l'ordine alfabetico delle discipline nominate rispetto al significato delle parole nell'originale)

(segugi) Queste infatti sono le parole di Ash in una lettera a Christabel: " poets don't want homes,- do they?- they are not creatures of hearths and firedogs, but of heath and ranging hounds" (P.131) ("i poeti non vogliono case, -nevvero?- non sono creature del focolare e botoli domestici, ma esseri della brughiera e segugi vagabondi") (Poss., p. 132)

(ritardatario)P 10 "He thought of himself as a latecomer"

(Poss.14, " Si considerava un ritardatario")

(cropperP23) "Mortimer Cropper was in the habit of drawing Randolph Henry Ash's large gold watch from an ineer fob pocket and arranging his time by Ash's timepiece."

"Motimer Cropper aveva l'abitudune di estrarre ddal taschino dei calzoni il grosso orologio d'oro di Randolph henry Ash e di regolare il proprio tempo con il cronometro del poeta." (Poss.25)

(ashfactory)P.26"...hutced in the bowels of the building was the Inferno. There was a way down, on iron rungs, from the reading Room, and a way out, through a high locked portal, which brought you up into the sunless Egyptian necropolis, amongst blind staring pharaos, crouching scribes, minor sphinxes nd empty mummy-cases. The Ash Factory was a hot place of metal cabinets and glass cells containing the clatter of typewriters, gloomily lit by neon tubes. Micro-readers glowed green in its gloom. It smelled accasionaly sulphurous, when the photocopiers short-circiuted. It was even beset by wailings and odd shrieks. The whole of the lower reagion of the British Museum reeks of tom-cat."

(Poss.29 "...annidata nelle viscere dell'edificio, era l'Inferno. C'ra una via per discendervi, lungo scalini di ferro, dalla sal di lettura, e una via per uscirne, attraverso un alto portale chiuso a chiave, che conduceva alla tenebrosa necropoli egizia, tra faraoni dall'immobile sguardo cieco, scribi accovacciati, sfingi minori e sarcofaghi vuoti. L'officina Ash era un ambiente surriscaldato fatto di armadi di metallo e celle di vetro ricolme del ticchettio di macchine da scrivere, foscamente illuminato da tui al neon. I lettori di microfilm brillavano verdi nel buio. Di tanto in tanto si diffondeva un odore sulfureo, quandole fotocopiatrici cortocircuitavno. Il luogo era un vero tormento di ululi e strani suoni stridenti. L'intera regione inferiore del British Museum puzza di gatto...")

(lupo) P46-7 . Balnche Glover si riferisce ad Ash con le seguenti espressioni:

(force) P.262 Il termine "forza", traduzione mia dell'inglese "force" del penultimo verso  della poesia citata che non è stato reso dai traduttori dell'edizione Einaudi con "forza", ma sostituito da "cascata")

(alberi di mele) Sabine nomina meleti o mele d'oro in diverse occasion:.

1. P. 355 "From here (the baie des Tréspassés) the dead (...) would be sent out on their last journey to the Ile de Sein (...) and there (...) they found a way to the earthly Paradise, the land of golden apples "
(Poss.358 "Da qui ( la Baie des Tréspassés) i morti venivano mandati per il loro ultimo viaggio nell'isola di Sein (...) e là (...) trovavano una strada per il Paradiso terrestre, la terra delle mele d'oro.")

2. P. 364 "But in Britanny a man could fall down a well and find himself in a summer land of apples (...)or walk through the gate of a barrow into Avallon."
(Poss.366 "In Bretagna invece può succedere che un uomo cada in un pozzo e si ritrovi in un meleto estivo (...) o di entrare in Avallon attraverso il cancello di un tumulo.")

(Recalcati: simbolizzazione)Massimo Recalcati, L'ultima cena: anoressia e bulimia, p.210.

(Recalcati.: olofrase)Massimo Recalcati, L'ultima cena: anoressia e bulimia, p.212

(Bea a nome di Ellen) (in: segno e identità)Beatrice qundo telefona a Maud per dirle che Cropper ha intenzione di disotterrare la sctola sepolta con gli Ash, dice:"
"Sono Beatrice Nest a nome di Ellen Ash. No, non esattamente a suo nome - è solo che sento - sento vermnete - che è per lei che sto ...." (Poss.438)

(Recalcati e identità)Massimo Recalcati, L'ultima cena: anoressia e bulimia, p.230

(recalcati insegna) (in: Bea e l'insegna)Riporto le pagine dal libro di M. Recalcati, L'ultima cena: anoressia e bulimia, dalle quali ho tratto l'idea del corpo come insegna, nel libro di Recalcati riferita all'anoressia.
"...l'anoressia non fa sintomo per il soggetto perché l'incidenza nel reale del corpo la imparenta piùal fenomeno psicosomatico che non alla costituzione metaforica del sintomo. Il corpo anoressico più che costruire una metafora tende piuttosto a fare segno. Così come Lacan ritorna su questo concetto - sul concetto di segno - in Télévision. Nell'anoressica in effetti l'insegna  - ovvero la coincidenza tra il segno e l'immagine - ha un'importanza particolare.. L'anoressica è sensibile al fascino del'insegna." (pp.227-8)

(Recalcati, asex) Massimo Recalcati, L'ultima cena: anoressia e bulimia, pp.142-3

(Recalcti, identificazione) Massimo Recalcati, L'ultima cena: anoressia e bulimia, p.135

(Lacan; stadio) La formulazione e l'idea che ho proposto dell'identificazione dei personaggi con un'immagine riflessa allo specchio, mi è stata suggerita dal saggio di Jacques Lacan Lo stadio dello specchio come formatore della funzione dell'io.

(Cropper: specchio) La frase citata si ritrova a pag. 100 della traduzione italiana, e a pag. 99 del testo inglese, la versione originale recita:" (Cropper) felt his own identity at times... as insubstantial"

(Recalcati: immagine) Massimo Recalcati, in L'ultima cena: anoressia e bulimia, scrive (riferendosi all'anoressia):" ...è un modo per far valere il potere dell'immagine contro il potere del significante come ciò che impone al soggetto un "sacrificio della carne". Dunque il sacrificio anoressico è in realtà tale solo in quanto punta a evitare il sacrificio simbolico della castrazione:" (pp.138-9)

(hard) Passions of the Mind, p.323

(mitologia) Jaques Derrida, "La mitologia bianca", in Margini - della filosofia, Einaudi, Torino 1997 

(Derrida) Le considerazioni sull'antropomorfismo in arte si trovano in particolare nella sezione VII del saggio "Van Gogh, Death and Summer",  in Passions of the Mind, p.323-8.

(muro) Antonin Artaud, "Van Gogh, the Man Suicided by Society" (Paris, 1947), in Selected Writings of Antonin Artaud, a cura di Susan Sontag (New York, 1976), in A.S.Byatt, Passions of the Mind, p. 307.

(città) Tali luoghi lontani sono rappresentati concretamente in Possession da Barcellona, Bruxelles e Hong Kong, nelle  quali Roland è stato invitato.

(simboli) L'analisi delle immagini metaforiche che presento in questa sezione risente apertamente del lavoro di sistematizzazione dei simboli compiuto dall'antropologo Gilbert Durand in Le strutture antropologiche dell'immaginario. Introduzione all'archetipologia generale. Lo stesso titolo - Inversione ed intimità. il sistema dei simboli - rimanda esplicitamente ai due capitoli dedicati dallo studioso a quelli che lui definisce i "simboli dell'inversione" ed i "simboli dell'intimità".

(matrimonio)Beatrice tiene, per esempio, sulla propria scrivania, quasi fossero la foto di un amante o di un marito, dlle fotografie di Ash. Riporto la scena nella quale si menziona questo particolare dell'arredamento della casa di Beatrice:

"Maud arrived (at Beatrice's house) first(...). She stood in one corner, considering the silver-framed photograph of Randolph Henry Ash that stood, where those of father or lover might have stood, on Beatrice little secrétaire: It was not a photograph of the late silvered sage, but an early one, with a masss of dark hair and an almost piratical look. Maud automatically began yo analyse it (...) (and observed) the fact that the photograph was of the poet, not of his wife." (P 447)

("Maud arrivò per prima a casa di Beatrice) (...). Rimase in piedi in un angolo, a osservare la fotografia di Randolph Henry Ash nella cronice d'argento sul piccolo secrétaire di Beatrice, là dove avrebbe potuto trovarsi la foto di un padre o di un amamnte. Non era dlle ultime fotografie del saggio canuto, ma una precedente, con una massa di capelli scuri ed un'aria quasi corsara. Maud prese ad analizzarla (ed osservò) il fatto che fosse una fotografia del poeta e non di sua moglie.") (Poss 475)

(amore) Beatrice parla infatti sempre al presente di Ash e di sua moglie Ellen  di cui si sente l'erede spirituale e il portavoce.

(commercio) "Cropper (...) represented capialist and cutural imperialism" (P. 399) "Cropper (...) rappresentava l'imperialismo capitalista e culturale"(Poss. 400)

(totem) Il brano tratto da Totem e Tabù è  citato sia a pag. 445 di Possession (p. 444 dell'edizione italiana), che a pag. 140 di Passions of the Mind.

(denigra) Interessante il comportamento di Cropper che rinnega Ash quasi volesse in questo modo liberarsi goffamente di quel rapporto in cui si vede più dominato che dominatore.

(narciso) Interessante come A.S.Byatt faccia seguire alle considerazioni di Maud sull'ambiguità della parola"soggetto" una citazione da Moby Dick, che richiama il mito di Narciso, e che rimanda chiaramente, all'interno di Possession, alla scena nella quale Maud si specchia nel laghetto ghiacciato di Seal Court. Riporto il passo citato da Moby Dick:

"Still deeper the mening of that story of narcisus who because he could not grap the tormenting, mid image he saw in the fountain, plunged into it and was drowned. But that same image, we ourselves see in all rivers and oceans. it is the imge of the ungraspble phantom of life; nd this is the key to it all." (P.251)

(Ancor più profondo il significato di quella storia di Narciso, che non potendo afferare l'esasperante, lieve immagine che vedeva nella fonte, ci si tuffò annegandovi. Ma quella stessa immagine, noi pure la vediamo in tutti i fiumi e gli oceani. E' l'immagine dell'inafferrabile fantasma della vita; e questa è la chiave di tutto.") (Poss. 257)

(gargantua)  Riporto quanto Durand scive a proposito del castello di Avalon:
"Donteville, dopo aver sottolineato nel nome Gargantua la ripetizione onomatopeica di gar, ci mostra che il gigante inghiottitore è a sua volta inghiottito. Assimilato al sole, si inghiotte all'orizzonte sia dietro le montgne, sia nel mare posto ad Occidente dove gli antichi situavano le isole felicissime. (...) Il castello di Avalon, consacrato al dio Gargantua, è luogo dove, per riprendere il vecchio francese, 'li soleil avaloit', cioè 'andava a valle'. E Donteville fa questa riflessione capitale: il doppio senso attivo-passivo del verbo fa che l'oggetto-simbolo abbia due aspetti, un monte Gargan è assorbente, il dioGrgan è assorito, e a sua volta diventa inghiottitore." (Durand 209-210) 

(morte) v. Recalcati, 1995: 162.
(Per Lacan) la "soggettivazione della propria morte" (definisce), al termine dell'analisi, la possibilità di un'uscita del soggetto dall'identificazione narcisistico-immaginaria col proprio io, da una sua subordinazione all'ideale."

(morte dentro l'esistenza) v. Recalcati, 1995: 162. A proposito del rapporto tra Lacan e Heidegger, Recalcati scrive: "Per Heidegger (...) la morte non si identifica con l'evento che pone fine alla vita, secondo una sua rappresentazione biologico-naturalistica (...) che si ritrova, per esempio, nel discorso medico-scientifico. La morte non è il termine ultimo dell'esistenza (...) non è fuori dell'esistenza, in un punto che definisce la metamorfosi irreversibile dell'esistenza stessa in cosa,  (...) ma dentro l'esistenza.")

(incinerito) Il titolo di questa sezione gioca sulla polisemia del termine inglese "ash" che vuol dire sia "cenere" che "frassino".

(realism) A.S.Byatt parla infatti a questo proposito di "self-conscious realism" di un realismo che "it is not a slavish realism, a desire to copy" (Byatt,1993: 328)