Via libera al caffè

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Un via libera al caffè arriva da un nuovo studio scientifico secondo il quale se ne potrebbero consumare anche fino a 25 al giorno senza rischi per il cuore, smentendo che il suo consumo possa restringere le arterie, e di conseguenza favorire l’innalzamento della pressione con rischi cardiovascolari annessi.
Come è accaduto per tanti altri alimenti (uova, burro, carne rossa) demonizzati da una ricerca scientifica, basta avere pazienza e apparirà un nuovo studio che, con dovizia di mezzi e nuovi strumenti d’indagine, correggerà il tiro.
Quando poi sugli esiti della ricerca s’innestano colossali interessi economici le cose si complicano ulteriormente. Basti pensare alla guerra fra la lobby degli zuccherieri e quella dei produttori di dolcificanti che cercavano spazio ai loro prodotti demonizzando lo zucchero.
Clamorose sono state le conseguenze della truffa NO-VAX propalata da Andrew Jeremy Wakefield (1957): un ex medico britannico, conosciuto principalmente per una pubblicazione scientifica fraudolenta del 1981, in cui sosteneva la correlazione, oggi smentita, tra il vaccino trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia) e la comparsa di autismo e malattie intestinali.
Nel maggio 2010 Wakefield venne radiato dal Medical Register con una dichiarazione di falsificazione disonesta delle ricerche sul Lancet, la prestigiosissima rivista medica, e da allora non può praticare la professione medica nel Regno Unito, ma il danno era stato fatto e migliaia di genitori sprovveduti cominciarono a disertare la vaccinazione dei propri figli con enormi danni sulla salute pubblica.
Molto più spassosa, ma non deliberatamente truffaldina, è la campagna (involontaria?) a favore del consumo di spinaci come alimento d’elezione per l’assimilazione del ferro ed il conseguente irrobustimento del corpo.
Di vero c’è che durante la grande depressione negli anni ’30 il consumo di spinaci aumentò notevolmente a scapito delle più costose bistecche, alimento principe della tavola americana.
Sicuramente il cartone animato del marinaio con la pipa (Popeye o Braccio-di-ferro) che diventa superforzuto ingurgitando in un sol boccone un barattolo di spinaci contribuì, insieme alla miseria, ad aumentare il consumo di spinaci. Sulla leggenda correlata alla relazione Popeye-produttori di spinaci è molto interessante, se non addirittura esaustivo, l’articolo su WIRED “La leggenda metropolitana degli spinaci di Braccio di Ferro”.
Morale della favola: godiamoci tranquillamente un buon caffè, anche se è il terzo o il quarto della giornata, dopo una tenera bistecca con spinaci al burro.
Est modus in rebus (Orazio,Satire (I, 1, 106-107)), come dicevano i nostri nonni e non sbagliavano troppo.

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