Un difficile equilibrio

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Qualche sera fa in concomitanza con il festival di Sanremo, Rai cinque proiettava il film: Il nastro bianco del regista Haneke. Mi sembrava di ricordare in modo vago e incerto di averne visto una parte, ricordavo anche che mi era sembrato molto cupo, ma piuttosto che Sanremo…
nastro bianco
Il film si svolge in un villaggio settentrionale della Germania protestante tra il 1913 ed il 1914, poco prima dell’inizio della prima guerra mondiale. E’ La storia cupa di una piccola comunità rurale in cui impera un violento dominio maschile che si può ben considerare come il terreno di cultura del futuro nazismo. I bambini sono sottoposti a una rigida disciplina che sconfina spesso nella violenza gratuita. Non ho resistito fino alla fine e sono passato a Rai tre quando cominciava Gazebo: una boccata d’aria fresca, spiritosa, intelligente.
Ieri mi veniva da ricollegare la truce disciplina protestante e la violenza che l’accompagnava, leggendo la breve notizia di cronaca che riferiva di una richiesta di soccorso ai carabinieri da parte di un bambino di otto anni che, per telefono, asseriva di essere maltrattato dalla madre.
I carabinieri accorsi, scoprirono che il bambino aveva preso un ceffone dalla mamma per avere marinato la scuola: tutto qui. Rassicurata la madre, invitarono il bambino a comportarsi meglio e a frequentare assiduamente la scuola.
La domanda è: ma è proprio impossibile trovare un ragionevole mediazione fra la violenza prenazista ed il lassismo ridicolo attuale?

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