Ombre

Elegante e dimesso come l’ombra delle foglieTrascorreva il suo tempo senza rimpianti né voglieIn un aiuola fiorita coltivava i suoi ricordi lontaniCiclamini margherite primule viole ma non tulipaniI loro turgidi arroganti colori li trovava pacchiani

Il soffione

Con un strumento dal rumore infernaleStanava ogni minimo residuo vegetaleDai recessi dove si era astutamente annidatoDentro i ruvidi cespugli e l’erba del pratoSperando di sfuggire alla scopa che l’avrebbe cercato