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E’ un carpediem della miglior specie, ti dico.
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Ma a sua insaputa o sua sponte? E’ diverso, mi concederai.
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Lo è anche nel sonno profondo, lascio a te decidere.
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Allora non ci sono dubbi, ma parce victis.
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Certo, certo il caso è chiuso, per quanto mi riguarda. Te ne ho parlato perché la faccenda ha sorpreso anche me, in primis.
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Non dubito, in questo caso l’abito non fa il monaco: sempre così lavato&stirato… chi poteva immaginarlo?
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Eppure, a ben vedere, qualche indizio ce lo aveva fornito?
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Veramente? In che occasione?
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Quando lo accompagnammo alla tomba della madre. Lui commosso spolverò la scritta profondamente incisa sulla lapide: “Padre e moglie esemplare si spense nel più bello”. Lo ricordi?
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Certo un motto indimenticabile, così enigmatico e struggente. Era vedova di un marito virtuale, vero, e quindi aveva provveduto da sola ad allevare ciascuno dei suoi figli unici?
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Ovviamente, ma non è questo il punto. Ricordi di cosa si servì per spolverare delicatamente ciascuna lettera con delicatezza filiale?
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Certo: un pappagallino verde, ancora molto acerbo, se mi consenti la battuta frusta.
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E ti sembra poco? Voglio dire che se non ci fossimo lasciati coinvolgere dall’onda di commozione avremmo potuto raddrizzare le orecchie fin da allora.
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Perché? Ricordo che si comportò in modo esemplare, sinceramente commosso, ma compos sui e il pappagallino lo ripose ordinatamente nella tasca interna della giacca, senza lasciare traccia della sua visita se non nel pio gesto di restaurare la leggibilità della lapide.
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Forse hai ragione tu, meglio sospendere il giudizio, non vorrei lasciarmi trascinare da ingiustificati pregiudizi, anche se connotandolo come un carpediem non volevo minimamente sminuire la sua indiscussa statura di studioso di sociologia degli imenotteri. Vera, vita, varia.
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Le conoscevi anche tu?
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Chi?
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Le tre sorelle Gardesan, in ordine d’età sarebbero Varia, Vera, Vita, ma non vorrei essere pignolo.
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Impossibile, tu sei un battopari ambidestro senza ripensamenti, per fortuna.
