Per errore

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Camminava a carpon fossile come l’avatar smunto di un passato cancellato da tutte le memorie allo stato solido.
Sopravviveva in una RAM sfuggita al blackout che aveva annichilito l’intera comunità nata da un errore del motore inferenziale della AI che governava il Sistema.
La sua asimmetria genetica lo portava verso un cloud inesplorato, fuori dai confini ufficiali del WEB, popolato da canaglie proteiche di cui si negava l’esistenza per non turbare il quieto vivere ufficiale, ormai assopito nella ripetitività di procedure obsolete.
La durata del suo codice nativo, il suo essere, non era stato programmato proprio perché era scaturito da un errore e si sarebbe disgregato senza avere mai raggiunto la consapevolezza di essere esistito. Per questo arrancava senza demordere verso un nulla periferico atemporale, senza neppure la presenza di atomi virtuali in cui imbattersi.

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