Per errore

Camminava a carpon fossile come l’avatar smunto di un passato cancellato da tutte le memorie allo stato solido.
Sopravviveva in una RAM sfuggita al blackout che aveva annichilito l’intera comunità nata da un errore del motore inferenziale della AI che governava il Sistema.
La sua asimmetria genetica lo portava verso un cloud inesplorato, fuori dai confini ufficiali del WEB, popolato da canaglie proteiche di cui si negava l’esistenza per non turbare il quieto vivere ufficiale, ormai assopito nella ripetitività di procedure obsolete.
La durata del suo codice nativo, il suo essere, non era stato programmato proprio perché era scaturito da un errore e si sarebbe disgregato senza avere mai raggiunto la consapevolezza di essere esistito. Per questo arrancava senza demordere verso un nulla periferico atemporale, senza neppure la presenza di atomi virtuali in cui imbattersi.

Ad maiora

Il tempo era buono e anche lo spazio.
Gli uccelli migratori e le balene avevano intrapreso il loro lungo viaggio seguendo le piste magnetiche celesti e oceaniche fino al raggiungimento della metà.
Le formiche, da parte loro, seguivano incessantemente piste chimiche in un andirivieni senza soste e ignaro di ostacoli e mutamenti accidentali.
I Sapiens Sapiens continuavano ad azzuffarsi e ad uccidersi vicendevolmente secondo il loro costume, distruggendo paesaggio, manufatti da loro stessi creati e quello che si trovava sui loro percorsi privi di un marcatore chimico o magnetico che li guidasse.
Buchi neri sempre più voraci deglutìvano incessantemente corpi celesti nella maglia vorace della loro attrazione fatale a milioni di anni luce da questo degradato frammento di materia in via di spopolamento ed estinzione.
Ad Maiora.

Faccia da maiale malato

mar 11 giugno 2019

In un articolo sul SOLE24ORE leggo che: “Per contrastare la diffusione della peste suina africana che la scorsa primavera ha colpito 200 milioni di capi nella Repubblica popolare cinese,…i giganti tecnologici cinesi hnno colto la palla al balzo proponendo sistemi che, grazie ad algoritmi di riconoscimento facciale basati su intelligenza artificiale e big data, promettono di aiutare gli allevatori non solo a identificare precocemente gli animali malati permettendo di isolarli tempestivamente, ma anche di abbattere i costi di alimentazione, aumentare i tassi di riproduzione riconoscendo l’entrata in calore delle scrofe e contenere le morti accidentali.”
Fino ad ora, aveva suscitato un certo allarme nei paesi occidentali la massiccia campagna di riconoscimento facciale dei cittadini (umani) cinesi, per la temuta possibilità di un uso repressivo di una schedatura di massa che non ha precedenti nella storia.
Neppure la famigerata STASI nella Germania dell’Est ai tempi di Walter Ulbricht, il KGB in Unione sovietica ai tempi di Stalin o la schedatura e il dossieraggio di massa negli Stati Uniti d’America nel cinquantennio di occulto strapotere di Edgrd Hoover avevano raggiunto tali vertici.
Al di là delle peggiori intenzioni, non ne avevano i mezzi, ma l’intelligenza artificiale (IA) unita alla disponibilità d’informazioni fornite dai BIG DATA per la loro potenzialità fanno apparire Il Grande Fratello in “1984” di George Orwell una fastidiosa goliardata.
Fa piacere, pertanto, leggere di un impiego virtuoso dei nuovi mezzi tecnologici.
Un Urrah! per i cinesi, se riusciranno ad arginare la peste suina con le tecniche di riconoscimento facciale individuando precocemente “la faccia da maiale malato”.

Il tennis

Maria Sharapova
Il tennis è un bel gioco a colori
Un campo rosso e due giocatori
Di palline ne basta una sola
Bianca o gialla mai verde o viola
Ma non devi buttarla mai fuori