La coppa
Una grande coppa lucente e impolverata
Testimone di una vittoria dimenticata
Accanto a vecchie foto incorniciate
Ricordo di stagioni da tempo passate
Raccolgono ancora affettuose occhiate
La tecnologia
Cosa ne pensi della tecnologia?
Figlia della scienza che pare magia
Dalle nanotecnologie ai robot pensanti
Ha raggiunto mete tanto brillanti
Da stupire gli scettici più riluttanti
L’ultimo sogno
Con gli occhiali rosa di un ottimismo sfrenato
Guardava al futuro dimentico del passato
Di tutti i malanni del corpo e della mente
Non sarebbe rimasto meno di niente
Da questo sogno non si sarebbe più risvegliato
L’autoscatto
Dell’epoca con più ricordi non resterà memoria
Miliardi di autoscatti non fanno la storia
Per fare una fotografia non basta uno scatto
Se non traspare l’anima non è un ritratto
Ma una fredda riproduzione un banale artefatto
L’illusione
Per anni la guardò passare sempre da lontano
Con il suo elegante portamento sovrano
La sua iniziale effimera infatuazione
Era diventata un’autentica adorazione
Durevole e tenace come un’illusione
Le scale
Duro calle è lo scendere e’l salir per l’altrui scale
Ma anche le proprie sono un ostacolo non male
Quando invecchiando ti tremano le gambe
E non sei più uno scoiattolo a caccia di ghiande
Pochi gradini sono più impervi delle Ande
Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale (Dante, Paradiso XVII)