L’ideale
Se fossi una pecora non vorrei camminare
Su questa orrenda superficie lunare
Vorrei pascolare in prati verdi e declivi
Lontano da lupi e animali cattivi
E potendo strafare preferirei non farmi tosare
L’incidente
Più che a pezzi e tutto ammaccato
mi sentivo completamente frantumato
Come un vaso volato dal balcone
Che si sbriciola davanti al portone
Secondo loro ero stato fortunato
Come un bicchiere
Cosa accada non si può mai sapere
Se con un dito sfiori un bicchiere
Può uscirne il suono più acuto
O restare completamente muto
Ti sei accorta di essere come un bicchiere?
Visita di cortesia
Doverosamente intraprese il cammino
Che la separava dal suo vecchio vicino
Suonò ben due volte alla sua porta
Silenzio totale la casa era morta
Così tornò a casa e si mangiò una torta
Le beatitudini
Beati sono i silenziosi
Perché sono rari e preziosi
Le loro parole misurate
Sono molto apprezzate
Come aria fresca d’estate
Il riciclone
Carta e cartone
Nel primo bidone
Plastica e vetro
In quelli di dietro
Da prode riciclone
L’ignoranza
L’ignoranza non è il contrario della sapienza
Richiede impegno assiduo e intolleranza
Per ottenere una perfetta arrogante ottusità
Non basta una tiepida pigra ostilità
Ad ogni forma di generosa attiva lungimiranza
I segreti
Quello che non sai non ti farà soffrire
Più di questo non ti posso dire
Con questa sentenza mise a tacere
La mia legittima curiosità di sapere
Ottenendo soltanto di farmi ammutolire
La marsina
Con la marsina color zafferano
Andava a piedi da Lodi a Milano
Quando tutti quanti camminavamo
Dal primo cittadino all’ultimo villano
Prima dell’avvento di auto e aeroplano
I primi due versi si ispirano alla canzone “La bella Gigogin”
Lory Boy
Anche ieri, come faccio spesso, ho fatto una passeggiata salutare fino al bar dove prendo un cappuccino, mi riposo un po’ leggendo sul telefonino il libro in corso, mentre fumo la pipa in un gazebo. In questa stagione, è ancora tutto aperto e frequentato da altri fumatori.
Di solito, sono ragazze e ragazzi che si frequentano abitualmente e chiacchierano più o meno rumorosamente fumando sigarette arrotolate e bevendo aperitivi con patatine.
Ieri, però, c’era anche un bambino piccolo a piede libero che vedendomi fumare la pipa si è avvicinato per scoprire questa strana usanza. Ormai noi fumatori di pipa siamo più rari dei panda e nessuno si occupa della nostra estinzione, per fortuna.
Gli ho detto che quella che tenevo in bocca era una pipa, nome facile da pronunciare, gli ho fatto vedere nel portacenere che scuotendola ne usciva della polverina nera che si chiama cenere e poi l’ho accesa e gli ho mostrato come, aspirando, ne esca il fumo.
Mi ha chiesto perché, intendendo perché fumavo. Gli ho risposto che fumavo perché mi piace. La risposta lo ha soddisfatto.
Era molto interessato e del tutto disinvolto, senza una mamma che lo tenesse al guinzaglio corto. Gli ho chiesto come si chiamava e mi ha risposto per tre volte con una parolina corta incomprensibile poi ha aggiunto al misterioso nome anche Boy.
La mamma del tutto tranquilla e rilassata che si aggirava fuori dal gazebo ci ha spiegato che si chiama Lorenzo ha tre anni e dice di chiamarsi Lory Boy.
Dopo aver fatto un giretto fra gli altri tavoli è tornato da me e si è accucciato con la testa e le due braccia sul mio ginocchio a farsi accarezzare come un gattino affettuoso. Avevamo fatto amicizia e se ne stava tranquillo così accucciato finché la mamma, ricomparsa, non gli ha detto semplicemente: “Io vado dentro”, intendendo che stava per entrare nel bar. A quel punto si è alzato e ha raggiunto la madre all’interno, dove ha continuato a correre e a scorrazzare -lo vedevo bene attraverso la porta a vetri- sotto il naso di un grosso e pacifico Labrador, abituale frequentatore del bar dove si muove liberamente accarezzato da chi entra, finché non decide di andarsene, approfittando dell’apertura della porta da parte di qualche umano di passaggio.
Beato Lory Boy che a tre anni se la spassa libero e disinvolto fra sconosciuti grazie alla sua brava mamma, una giovanottona altrettanto disinvolta, non possessiva, non ossessiva. Una rarità.