Che gli stupidi siano un numero esagerato È un dato accertato e conclamato Neppure gli stupidi negano l’esistenza Della loro perniciosa semenza Benché ne contestino la loro appartenenza
Per non affaticare il nuovo motore Attaccò la cavalla davanti al trattore Ma la soluzione apparve inadeguata Quando la cavalla si accasciò a terra sfiancata Con costernato stupore del vecchio agricoltore
Sedere a tavola è la cosa più naturale per noialtri del mondo occidentale Ma non lo è affatto per gli africani Né tampoco per giapponesi e indiani A sedere ci sono differenze fra gli umani
Con un vestito a righe bianche e nere Stretto e corto poco sotto il sedere Sembrava più un passaggio pedonale Che un ardito costume di carnevale Ma tutti si voltavano a vedere
Incolpato dell’incendio di una chiesa Bartolomeo dichiarò a sua difesa Che l’incessante suono delle campane Scatenava l’abbaiare furioso del suo cane Pertanto fu prosciolto per legittima difesa
Partire solo per un lungo viaggio Era diventato il suo unico miraggio Si sentiva vittima di una congiura Che lo rinchiudeva fra le quattro mura Così scese in strada e domandò un passaggio
Un buco in un materiale resistente
Si produce di solito accidentalmente
Ma quando si verifica nella tua memoria
Non occorre grande capacità divinatoria
Per sapere che sta svanendo la tua storia
Una vecchia pallina spelacchiata Si riteneva molto fortunata Di essere diventata il gioco di un bambino Che la lasciava riposare in un cestino Con un orsacchiotto e un cagnolino
Bianchi a righe o a quadretti I quaderni sono umili oggetti Zeppi di numeri e parole Destinati a svanire come neve al sole All’ultima campanella delle scuole
Dovendo potendo e sapendo Tu capisci bene cosa intendo Con questo prudente preliminare Si cautelava sempre prima di parlare Poi per sicurezza concludeva tacendo
Le ancelle sono tutte molto belle Si assomigliano come fossero gemelle Ma ad alcune è concesso trasgredire E ogni tanto si possono imbruttire Gli occhi storti e i denti neri le fanno impazzire