Meglio un secolo da leone, che un anno…

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lun. 28 luglio 2003

Entro la fine di questo secolo la vita media dell’uomo potrebbe allungarsi notevolmente: fino ad arrivare a 180 anni, secondo alcuni esperti, sicuramente ottimisti… mentre secondo altri ” L’organismo umano non è comunque fatto per superare l’attuale limite dei 120 anni , che si può considerare il limite ultimo naturale” e, stando ad Harvey Cohen della Duke University, per arrivare a 180 anni bisognerebbe riuscire a ritardare l’ invecchiamento come fenomeno generale, intervenendo a livello genetico, e questa possibilità “appare improbabile per il prossimo futuro”

vedi: http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,184594,00.html

Da questo dibattito in corso fra scienziati sembrerebbe che i più pessimisti si limitassero ad una miserabile prospettiva di 120 anni. Dalla mie parti si direbbe “Ce ne fosse…” Il punto vero, però, mi sembra un altro. In che condizioni si potrebbe arrivare a quell’età? In altre parole il nostro Matusalemme medio di 120 anni sarebbe un rimbambito, debole e irresponsabile , privo di tutte quelle possibilità che costituiscono la gioia di vivere? Un sopravvissuto a se stesso, un peso per la famiglia e la società, o un individuo ancora attivo e lucido?

Soltanto a quest’ultima condizione mi sentirei di sottoscrivere come un progresso auspicabile l’allungamento della vita, senza peraltro cadere nella retorica del giorno da leone, perfino più fasulla.

Io faccio il tifo perché si diffonda la categoria “Young man senior (60-120)” in buona salute e condizioni economiche confortevoli.

Meglio una lunga vita agiata che una breve e miserevole.

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