L’asino di Esopo

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Anche se dell’evento difficilmente parleranno le storie patrie, oggi ho preparato “l’aglione” per la stagione invernale che trascorreremo nella casa di Bologna. C’è chi lo chiama in altri modi, ma a casa mia si è sempre definito aglione quella profumata mistura di sale grosso, aglio e rosmarino fresco con la quale si insaporiscono le carni arrosto o alla griglia. Di solito, la quantità che preparo in questa stagione dura finché non è ora di cambiar casa e andare al mare dove conviene prepararne un barattolino con il rosmarino del giardino, bello fresco e pimpante, che basti fino alla stagione dell’uva, quando si torna in città.

Nel prepararlo è meglio chiudersi in cucina, se non si vuole inondare la casa intera di un appetitoso, ma non sempre opportuno, aroma di arrostino. L’operazione non richiede alcuna abilità e anche i tempi di preparazione si sono ridotti moltissimo da quando sono comparsi quei frullatorini con il recipiente trasparente che mostra la brutta fine che fanno, in un attimo, i pezzettini di aglio e le foglioline di rosmarino riducendosi in una poltiglia verdina salata e profumatissima.
asino di Esopo
Mentre asciugavo il barattolo del sale, completamente svuotato e facilmente lavato, mi è tornata in mente la favola di Esopo dell’asino che cade accidentalmente nel fiume mentre trasporta un pesante carico di sale e riemerge sollevato dalle acque, ma annega travolto dalla corrente quando, credendo di alleggerirsi, si lascia cadere apposta, mentre trasporta un carico di spugne anzichè di sale.
Esopo conclude:”Allo stesso modo gli uomini non si accorgono che spesso sono le loro stesse azioni a rovinarli.”
Fra me e sè, invece, pensavo che di asini che fanno i furbi ne ho incontrati dozzine, ma non ne ho mai visto annegare nessuno.


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