In barba alle convenzioni…

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In barba alle convenzioni, fece il suo clamoroso ingresso nell’atrio neoclassico del club, ostentando una minigonna simbolica e un largo ombrello da golf, a spicchi di colori contrastanti, completamente aperto. Lo sguardo dapprima sorpreso, poi costernato del portiere la rinfrancò completamente, temeva di non essere stata notata. Prima di affidarlo alla guardarobiera chiuse l’ombrello e lo fissò strettamente con il laccio, infatti era completamente asciutto. Entrare con un ombrello aperto in un giorno di pioggia sarebbe stato troppo ovvio: niente di più di una banale distrazione.
Pur senza essere mai stata omosessuale, si riteneva matura per occupare una posizione di rilievo in una gerarchia ecclesiastica di lunga tradizione, ma sapeva di aver trascurato per troppo tempo le indispensabili relazioni pubbliche, così optò per l’alta finanza.
Presa la decisione, sentì la vocazione al potere ed agli intrighi d’alto bordo germogliare rigogliosamente dentro di sè; le restava solo da stabilire se intraprendere una sfolgorante carriera partendo dal basso o adagiarsi più comodamente nel ruolo della figlia di papà.
Affidandosi all’ispirazione, optò per quest’ultima soluzione generando da zero due facoltosi genitori borghesi ed anche un cane di alto lignaggio.
Compiuta la creazione, non le restava che sfruttare la sua inevitabile posizione privilegiata in società. Un abile sarto e un estetista ancora migliore erano tutto quanto le occorreva, così accadde che si ritrovò rapidamente a capo di un impero finanziario sconfinato, con migliaia di dipendenti e una notorietà planetaria, ma al suo club continuavano ad ignorarla per bieco maschilismo.

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