lun. 13 ottobre 2003
In questi giorni, aprendo le doppie finestre, entra dal terrazzo il profumo intenso di un gelsomino a spalliera coperto di vigorosi grappoli di fiori bianchi. Nessuno di noi, in famiglia, sa interpretare questo gesto trasgressivo di una pianta che, in passato, si era adagiata sui ritmi conformistici di una lunga fioritura durante la tarda primavera e l’estate.Fin da da quando ero bambino, il profumo del gelsomino bianco, come quelli simili del caprifoglio e delle tuberose, significava per me: estate, vacanze, giochi all’aperto e grilli notturni sotto le finestre aperte.
Ora che i tigli stanno ricoprendo di foglie gialle il vialetto e le finestre rimangono normalmente chiuse, il profumo del gelsomino sul terrazzo è un piccolo tuffo al cuore gradito, ma inatteso; l’annuncio ingannevole di un’ estate che invece è finita e tornerà solo dopo un lungo inverno freddo e senza altri profumi, se non quello prezioso del calicantus.