Faccia da maiale malato

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mar 11 giugno 2019

In un articolo sul SOLE24ORE leggo che: “Per contrastare la diffusione della peste suina africana che la scorsa primavera ha colpito 200 milioni di capi nella Repubblica popolare cinese,…i giganti tecnologici cinesi hnno colto la palla al balzo proponendo sistemi che, grazie ad algoritmi di riconoscimento facciale basati su intelligenza artificiale e big data, promettono di aiutare gli allevatori non solo a identificare precocemente gli animali malati permettendo di isolarli tempestivamente, ma anche di abbattere i costi di alimentazione, aumentare i tassi di riproduzione riconoscendo l’entrata in calore delle scrofe e contenere le morti accidentali.”
Fino ad ora, aveva suscitato un certo allarme nei paesi occidentali la massiccia campagna di riconoscimento facciale dei cittadini (umani) cinesi, per la temuta possibilità di un uso repressivo di una schedatura di massa che non ha precedenti nella storia.
Neppure la famigerata STASI nella Germania dell’Est ai tempi di Walter Ulbricht, il KGB in Unione sovietica ai tempi di Stalin o la schedatura e il dossieraggio di massa negli Stati Uniti d’America nel cinquantennio di occulto strapotere di Edgrd Hoover avevano raggiunto tali vertici.
Al di là delle peggiori intenzioni, non ne avevano i mezzi, ma l’intelligenza artificiale (IA) unita alla disponibilità d’informazioni fornite dai BIG DATA per la loro potenzialità fanno apparire Il Grande Fratello in “1984” di George Orwell una fastidiosa goliardata.
Fa piacere, pertanto, leggere di un impiego virtuoso dei nuovi mezzi tecnologici.
Un Urrah! per i cinesi, se riusciranno ad arginare la peste suina con le tecniche di riconoscimento facciale individuando precocemente “la faccia da maiale malato”.

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