Chiuso per preghiera

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Oggi, venerdì, giorno feriale di mercato in piazzola per i bolognesi, festivo per i pachistani e assolutamente indifferente per i cinesi, abbiamo trovato parcheggio alla Bolognina verso l’una di fronte ad un fruttivendolo stranamente chiuso.
Il vecchio quartiere della Bolognina, costruito a Nord dei binari della stazione centrale, era noto come quartiere dei ferrovieri e dei cinesi, presenti già da molto tempo con le loro attività commerciali e manifatturiere. Oggi la situazione è cambiata e la zona si è popolata di altre etnie, un tempo del tutto sconosciute e assenti. Fra queste ci sono i pachistani che, da musulmani ferventi, conducono negozi di frutta o piccole botteghe generiche di alimentari, ma niente carne, meno che mai quella di maiale, centrale, invece, nell’alimentazione tradizionale emiliana.
Queste botteghe sono sempre aperte, stando ai cartelli esposti che dichiarano spesso degli orari impensabili qui da noi: tutti i giorni dalle 8 alle 23, domeniche comprese, ma è meglio non contarci troppo.
Volendo comprare un grappolo d’uva o il latte dimenticato nel fare la spesa generale, mi sono ritrovato, infatti, con un pugno di mosche di fronte ad un cartello “Torno subito” che può valere anche ore. Mi ricorda il “Just roud the corner” che a Dublino può equivalere anche a tre kilometri. Paese che vai…

fruttivendolo

Per la prima volta oggi all’una, sulla vetrina di un fruttivendolo non-stop, inspiegabilmente chiuso, ho visto, invece, un cartello più preciso: “chiuso per preghiera apro alle 15:00” .
Basta saperlo.

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